cultura

Volume speciale del Bollettino d'Arte dal titolo: "Arnolfo Di Cambio, il Monumento del Cardinale Guillaume De Bray dopo il Restauro"

giovedì 14 aprile 2011
Volume speciale del Bollettino d'Arte dal titolo: "Arnolfo Di Cambio, il Monumento del Cardinale Guillaume De Bray dopo il Restauro"

Per iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali domani 15 aprile alle ore 10,30 presso la Sala Stenditoio del complesso monumentale del San Michele a Ripa a Roma, verrà presentato il volume speciale del Bollettino d'Arte dal titolo: "Arnolfo Di Cambio: Il Monumento del Cardinale Guillaume De Bray dopo il Restauro". Introducono Maria Andaloro e Luciano Arcangeli. Intervengono Francesco Gandolfo e Antonio Paolucci. L'iniziativa è inserita nell'ambito del programma della XIII Settimana della Cultura.

Il Volume Speciale del Bollettino d'Arte (pubblicato dalla Casa Editrice Leo S. Olschki) contiene gli Atti del Convegno Internazionale sul monumento del cardinale Guillaume De Bray di Arnolfo di Cambio dopo il restauro: convegno che si tenne a Roma e Orvieto tra il 9 e l'11 dicembre 2004, dedicato ad Angiola Maria Romanini che aveva a lungo perorato e seguito da vicino il complesso lavoro di restauro e le ipotesi di ricostruzione dell'opera del grande artista toscano.

Nonostante il lasso di tempo intercorso tra il convegno e la pubblicazione del volume, l'argomento presentato non ha perso in interesse ed attualità: questa operazione di ricostruzione filologica, infatti, ha dato una nuova leggibilità al monumento per quanto possibile vicina all'originaria forma, che si era persa nel tempo. Di qui la decisione del Ministero di dare rilievo a tale risultato, presentando ufficialmente il volume in una giornata che sarà anche una occasione di scambio sulle problematiche della ricostruzione di complessi monumentali.

Il restauro vero e proprio del monumento è stato condotto dal 1990 al 2004 con finanziamenti statali da una équipe multidisciplinare, estesa anche alla collaborazione di professori universitari, architetti, studiosi italiani e stranieri e di un collaudato ed esperto gruppo di restauratori; il coordinamento generale è stato dell'ing. Luciano Marchetti, allora Direttore Regionale dell'Umbria, mentre la dott.ssa Giusi Testa è stato il funzionario storico dell'arte responsabile, per la relativa soprintendenza, della direzione dei lavori.

Come la gran parte delle opere del Medioevo - soprattutto funerarie - la Tomba del cardinale De Bray non era più integra; molti dei suoi componenti erano andati perduti nel tempo, come si può dire con certezza per il piano superiore, compreso l'originario baldacchino. Ai restauratori, il monumento si presentava fortemente degradato e risultava compromessa la percezione della forma originaria: ridotto in profondità e in larghezza, incassato nel muro invece che aggettante; il trono e la Vergine rimontati in modo erroneo. Inoltre le statue dei santi, non più nella collocazione originaria ma incassate in nicchie posticce, falsavano completamente tutti i rapporti di "dialogo" simbolico e di relazione tra le statue della parte alta del monumento sepolcrale. Ciò che altera ancora oggi la percezione delle importanti novità che Arnolfo raggiunse con quest'opera, è che essa non si trova più nella posizione originaria (presumibilmente nella terza campata della navata laterale destra della chiesa di San Domenico a Orvieto, oggi ridotta al solo transetto), per la quale erano stati previsti precisi punti di osservazione, funzionali a poter più giustamente apprezzare le nuove e complesse soluzioni prospettiche e spaziali della progettazione arnolfiana.

Il restauro ha riscoperto e suggerisce gli elementi principali con i quali Arnolfo - aggiornato sulle ultime novità stilistiche che venivano dalla Francia e, sul versante scientifico, interessato ai meccanismi della "percezione visiva" introdotti dagli studi di ottica, di cui Viterbo e Orvieto erano stati in quei tempi i centri di maggiore diffusione - costruì nella Tomba De Bray, una originale profondità prospettica e una nuova spazialità che fanno di questo monumento innanzitutto un capolavoro di "architettura" figurativa.
Analogamente a quanto accade per gli interventi di restauro che comportano complessi problemi di riassemblaggio e rimontaggio, anche in questo caso non tutte le scelte adottate possono trovare d'accordo gli studiosi (e gli Atti del Convegno Internazionale accolgono pareri non concordi). Quello che è importante è la quantità di dati che il restauro e le ricerche ad esso connesse hanno fornito: essi offrono una imprescindibile base per gli studi futuri, di cui tutta la trattatistica sulla scultura funeraria del Due e del Trecento dovrà tenere conto.

Per informazioni: Bollettino d'Arte Via di San Michele 22 - 00153 Roma - tel.: 06 58434329 - Fax 06 58434325 e-mail: bollettinodarte@beniculturali.it sito web: www.bollettinodarte.beniculturali.it