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Il grande gioco di Operafumetto. Intervista ad Annechino: un invito alla città a "giocare" insieme

mercoledì 5 maggio 2010
di laura
Il grande gioco di Operafumetto. Intervista ad Annechino: un invito alla città a "giocare" insieme

Prima inevitabile domanda. Leggiamo sul sito internet dell'evento: "Opera Fumetto è un'opera di Arturo Annecchino diretta da David Haughton per un presidente della specie, un direttore, un coro,
una banda, due orchestre, tre pianoforti, ventuno percussioni, cinquanta mammuttones, mille artisti in guanti gialli. Finanziata da cinquemila produttori". Come è nata l'idea?

Penso che la risposta si può relazionare alla domanda... in che senso? la locandina già si è modificata... i pianisti sono diventati 12, si sono aggiunti 9 bassi elettrici, un gruppo rock (i Pedro Ximenex), un soprano (Elisabetta Russo), una cantante (Martina Sciucchino), un prologo in tre movimenti (Alice Sforza)...  un vero work in progress. Per cui un'idea iniziale... quella di tentare di realizzare un'opera/festa dove si orbita nel regno dei paradossi, di incontri artistici improbabili (rispetto ad un conosciuto che ci "rasserena"), su cui fa da collante un "non linguaggio", il suono comune a tutti, quello onomatopeico/primordiale codificato dai fumetti... e lì davvero siamo tutti uguali... e così pronti ad aprire le porte a Creatività, a FANTASIA... Ecco, una grande festa per accogliere Fantasia...Nasce, parallelamente all'evento, un' associazione, RANE 22. Comun denominatore e alla base di tutto lo Yoga Kundalini e Prem Sing, direttore energetico di tutta la storia. Anche la produzione è creativa, e sta avvenendo attraverso la vendita di frammenti d'autore (l'un per mille, Opera in 1000 esemplari di Gianni Dessì, e per Opera Fumetto tela di Marion Forsell suddivisa in 4.000 frammenti).

Mi incuriosisce molto "il presidente della specie". Chi è costui, cosa vuole rappresentare?

Nello specifico un'attrice (Claudia Coli) che rivolge accorati appelli ai suoi simili (i coro/corteisti) qui riuniti a festeggiare. E nelle risposte alle domande di un intervistatore (Paolo Magelli) trapela quello che potrebbe essere il senso... oppure no... Di sicuro è il momento del recitativo di quest'opera nata dalla piazza, non adattata alla piazza... Il senso? Forse ci si svelerà ascoltandolo.

Perché per l'evento è stata scelta Orvieto?

Abbiamo dato seguito ad una richiesta del Comune di un paio di anni fa, quella di creare un grande evento per la città.

La data dell'8 maggio è casuale o ha un qualche significato?

Nessun significato particolare.

Cosa rappresenta questa particolare esperienza creativa nella sua ricerca artistica e umana?

Un magico momento di scambio... un meraviglioso incontro tra una serie di persone, decise ad intraprendere questo viaggio...  è musicale, artistico, è di vita... Dove il tutto è di tutti...

E dal punto di vista musicale? Lei ha scritto, per altri, molta musica e molte partiture di prestigio e successo. Questa è un'opera tutta sua, un'opera lirica molto innovativa e sperimentale. Come la situa, nella sua evoluzione, da un punto di vista prettamente musicale?

Un'opera che sfugge alla definizione, nella quale un gruppo di bambini (parafrasando i mamuttones) già si diverte a "disturbarla"... un invito a continuare ad andare avanti... a camminare... a non voltarsi... in qualche maniera a "non definirsi"... per cui a non diventare "statue di pietra"... (forse un suggerimento mitologico?)

L'evento sarà replicato in altri luoghi, se ben ricordo Austria, Slovenia e Grecia, dove le città di Graz, Bovec e Atene allestiranno l'opera secondo i loro progetti indipendenti. Cosa potrà cambiare e cosa, invece, potrà restare costante?

Immaginiamo di essere in una stanza... e questo è il comun denominatore. Poi ci soffermiamo nei quattro angoli... e da ognuno avremo una percezione diversa del luogo... il "punto di vista".

Quale effetto si aspetta sulla città di Orvieto? Emozionale, spettacolare, di stupore, di memoria? Vuole lanciare un invito agli orvietani?

L'invito a giocare (play), insieme a noi....

Play, infatti: giocare, recitare, suonare, in lingua inglese... La ringrazio!

Fotografie di Ilaria Caneva