politica

Un nuovo metodo per una politica nuova: il documento dei giovani DS

domenica 28 gennaio 2007
L' illuminismo è l' uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l' incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. I.Kant (Risposta a “Che cos’è l’Illuminismo”) Arriviamo a questo importante appuntamento proponendo un nostro contributo al neo-segretario in termini di metodo. Lo facciamo partendo dalle nostre soggettività e dalla nostra esperienza di giovani impegnati nel partito dei Democratici di Sinistra, portandoci appresso i nostri limiti e i nostri talenti, le nostre certezze e la nostra precarietà. I giovani sono una risorsa per tutti, per quei compagni che hanno fatto la storia di questo partito e che possono veder proseguito un lavoro di emancipazione, di liberazione del genere umano, di giustizia sociale, di eguaglianza. Ma oggi servono nuovi occhi per vedere nuove risorse e nuove opportunità. E anche nuovi problemi ch’attendono d’essere risolti. Noi teniamo a questo partito. Per questa ragione, al di là delle scelte soggettive che ciascuno di noi esprimerà in sede di congresso, ci presentiamo uniti per affermare un nostro protagonismo che trova ispirazione nella proposta di un nuovo metodo caratterizzato da una idea della politica meno dirigista, più attenta espressioni della complessità e delle intelligenze capaci di relazioni feconde, in grado di imparare dagli errori, mobile nei gruppi dirigenti. Un metodo per una politica “sostenibile” che viva di differenze e di prospettive diverse. Un metodo che considera la libertà, la democrazia, la giustizia sociale, le pari opportunità, la critica dei rapporti di dominio a fondamento del nostro agire politico. Un metodo che guarda alle primarie come ad uno dei paradigmi di una nuova politica aperta. Ecco quindi che presentiamo una prima selezione di parole chiave che vogliamo porre a guida della nostra esperienza politica. PARTECIPAZIONE Noi vogliamo reinventare la connessione tra partecipazione e rappresentanza. “L’attività costante della partecipazione garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza”. Il “cesarismo” nato dalla spuma del maggioritario deve essere temperato e agganciato ad un nuovo protagonismo delle intelligenze, competenze, passioni politiche distribuite nella società civile. Va quindi rovesciato lo schema secondo il quale si chiede il consenso su una decisione che matura in contesti poco permeabili ai contributi esterni e che, una volta adottata, non viene arricchita da una partecipazione capace anche di mutarne il segno. Chiediamo che la stessa decisione sia il portato di una libera e paritetica discussione: senza gerarchie date dai ruoli, dalle storie o dagli incarichi. Una politica aperta, dove tutti partecipano e dove tutti hanno accesso a quella base di informazioni che permette di far funzionare bene le proprie competenze e conoscenze. Bisogna attualizzare queste intelligenze e competenze aprendo il codice sorgente della politica. CONOSCENZA La politica è una forma interattiva di conoscenza. Deve pertanto cercare, con ostinata perseveranza, di attingere alle fonti più vitali per affinare la propria capacità di analisi della realtà. Un partito all’altezza dei tempi ha bisogno di una rete complessa fatta costituita dal gruppo dirigente, dagli iscritti, dai simpatizzanti e da tutti coloro che condividono le medesime idee e i medesimi valori. Una rete che valorizza le persone. Tutte. Un partito all’altezza dei tempi non può permettersi di dissipare un patrimonio di conoscenze, passioni e competenze che si trova appena là fuori e che attende di potersi vedere mobilitato in direzione di un fine condiviso. In questo schema tutti hanno valore perché depositari, possessori e creatori di sapere di cui noi abbiamo bisogno per capire, ascoltare, scuotere la società. Dobbiamo imparare a co-progettare il futuro assieme agli altri. COMUNICAZIONE La comunicazione non è un accessorio della politica ma la sua essenza. Senza una comunicazione efficiente il partito diventa sordo alle istanze della società; per converso, rispetto alla società il partito appare reticente o incomprensibile. Viviamo nella società della comunicazione e non possiamo ignorare le profonde trasformazioni indotte dai mezzi di comunicazione di massa e dalla rete internet. Questo aspetto non può più essere governato dalle buone volontà. A tal proposito, sarebbe auspicabile inaugurare in tempi brevi una specifica risorsa interna ai DS di Orvieto, composta in prevalenza da giovani, interamente dedicata al tema. Una sorta di “laboratorio” capace di osservare il contesto e di agire in sinergia con le espressioni del partito maggiormente orientate in questa direzione. MOBILITÀ DELLE CLASSI DIRIGENTI Una politica di sinistra deve mettere in discussione le inerzie che si vengono a creare all’interno delle classi dirigenti. Dobbiamo creare percorsi che, pur valorizzando le risorse più preziose non impediscano agli altri di fare esperienze. Dobbiamo “liberalizzare la politica” e scuotere le situazioni ingessate, i monopoli. Questo per il bene dei cittadini, dei simpatizzanti, degli iscritti, della classe dirigente. Noi vogliamo sostenere i percorsi di quanti, chiamati a ricoprire incarichi di dirigenti all’interno del partito, si impegnino sino in fondo in un’opera di ampia diffusione di informazioni e conoscenze. E questo per sollecitare un apprendimento consapevole del mondo e della politica e anche per stimolare contribuiti e nuove idee. Pertanto, noi lavoriamo per una nuova classe dirigente che non abbia il timore di creare la propria concorrenza. IL POTERE DIFFUSO L’eccessiva enfasi accordata al processo “decisionale” tende a porre in secondo piano l'evoluzione dialogica e dialettica attraverso la quale la stessa decisione matura. Noi vogliamo rivolgerci, invece, ad un approccio ispirato al metodo di valutazione della scienza, dove la critica non solo è benvenuta ma contribuisce in maniera fondante a quello che provvisoriamente può dirsi “verità”. Il potere deve essere distribuito nella rete delle persone e della politica. Concentrato altrove diventa insostenibile e privo di referenti reali. Una politica che sappia raccogliere la sfida della post-democrazia non teme il confronto con il diverso, con l’altro, l’irriducibile . Si nutre di diversità e di un esercizio di un potere fermo, autorevole ma anche capace di lasciarsi fecondare dall’incontro imprevisto. L’ASSE RICERCA & SVILUPPO NELLA POLITICA Il partito deve acquistare una nuova centralità attraverso il sapere e la conoscenza. Troppo spesso si chiedono atti di fede anziché proposte e idee vagliate da una feconda partecipazione. Il nostro partito sarà capace di futuro se comincerà ad investire sulla conoscenza. È ora di dotarsi di un vero e proprio centro di “ricerca e sviluppo” che si metta in ascolto delle forze più vitali della società e sia capace di studiare soluzioni, produrre ipotesi, immaginare futuri. Bisogna distribuire i saperi, rendere le persone in grado di leggere e interpretare i processi della realtà. MORALE Cos’è la morale? Secondo noi è questa. “ Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”. Quando facciamo politica, pensiamo a questa massima.[Riallineare le cose che facciamo con i valori che professiamo] MECCANISMI DI RIDISTRIBUZIONE DEL SAPERE Un partito immobile non consente una libera circolazione delle informazioni. Blocca il flusso delle conoscenze. Ai militanti allora si chiedono, lo ribadiamo, troppo spesso atti di fede a prescindere dalla discussione razionale e informata. Ebbene, questo atteggiamento va bene per il clerici, non per un partito moderno, democratico e di sinistra. Ai compagni che occupano posizioni di prestigio e importanti, corre l’obbligo di diventare pedagoghi, di distribuire esperienza sotto forma di informazioni argomentate e di metodo. È necessario mettere in discussione la privatizzazione di esperienze che non tornano mai in basso, verso la base. PERMEABILITÀ Dobbiamo diventare permeabili, anche a costo di qualche incoerenza. Dobbiamo tornare a parlare con le forze vive della società civile, anche se queste talora si creano qualche dissidio. Abbiamo smesso di vantare una qualche speciale verità. Dobbiamo però rivendicare il nostro essere “sensori” del nuovo che emerge dalla società. Noi vogliamo costruire un progetto di città a partire dai cittadini, dai lavoratori, dalle istanze più innovatrici. In questo contesto, la candidatura del compagno Carlo Emanuele Trappolino a segretario dei Democratici di Sinistra di Orvieto rappresenta la “novità” della politica orvietana. Un esito che è frutto di un progetto politico intrapreso dal partito nel 2004 e che oggi raggiunge un primo e importante traguardo. Un progetto che, tuttavia, deve essere percorso sino in fondo. Carlo Emanuele porta con sé altri giovani e altre passioni feconde, nuove intelligenze e un metodo chiaro che consenta al nostro partito di valorizzare al meglio le risorse e le intelligenze delle donne e degli uomini. Noi siamo e saremo con Carlo Emanuele. FIRMATARI Anna Rita Mortini Marianna Formica Sabina Bordino Annalisa Fracchia Donatella Belcapo Michela Chioccia Elisa Costantini Lorenzo Mencarelli Daniele Giorgetti Riccardo Cambri Vittorio Tarparelli Marco Frizza Andrea Mari Alessio Sarri Michele Racanella Francesco Montesi Federico Giovannini Marco Moscetti Giorgio Cesari Sandro Paradisi Danilo Bellezza Pier Paolo Vincenzi Simone Pompei Simone Formiconi Umberto Lupi Gabriele Agnus Dei Chiara Filippetti Paola Palazzetti

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