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Giuseppe M. Della Fina presenta il libro "Orvieto in Età Etrusca"

lunedì 7 ottobre 2019
di Davide Pompei
Giuseppe M. Della Fina presenta il libro "Orvieto in Età Etrusca"

Dopo l'anteprima perugina – tenutasi domenica 6 ottobre nell'Aula L del Complesso Monumentale di San Pietro, nel dinamico contesto di "Umbrialibri 2019", alla presenza della professoressa Simonetta Stopponi – sarà presentato sabato 12 ottobre alle 16.30 al Museo Emilio Greco, in Piazza Duomo, il libro "Orvieto in Età Etrusca" curato da Giuseppe Maria Della Fina, direttore scientifico della Fondazione per il Museo "Claudio Faina", per Edizioni "Il Formichiere".

Accanto all'autore, interverranno Luana Cenciaioli, direttore dei musei archeologici nazionali di Perugia e Orvieto, e Andreas Maximilian Steiner, direttore delle riviste "Archeo" e "Medioevo". L'iniziativa, promossa dall'Università delle Tre Età di Orvieto presieduta da Riccardo Cambri nell'ambito dell'Anno Accademico 2019/2020, in collaborazione con Opera del Duomo, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e Fondazione per il Museo "Claudio Faina", gode del patrocinio del Comune.

In 135 pagine viene passata in rassegna la storia degli Etruschi e la riscoperta delle vicende locali con un focus sulle necropoli e i musei, ma anche sul Fanum Voltumnae, il Tempio del Belvedere, il Muro Etrusco di Via della Cava, l'Orvieto Sotterranea e quella in Epoca Romana. Ne emerge l'immagine di una città calata a pieno nel divenire della società etrusca – da qui, un capitolo iniziale dedicato proprio a ripercorrerne sinteticamente la storia – con alcune sue specificità.

È la fotografia, didascalica e al tempo stesso originale, di "una società aperta all’apporto di genti di origine diversa, un artigianato vivace e capace di conquistare mercati sino all’area dei Celti, un’irrequietezza sociale di fondo culminata nel rovesciamento di assetti sociali tradizionali, una religiosità meditata e una vocazione a ragionare su scala sovracittadina come quasi imponeva la presenza, ai piedi della Rupe, del santuario federale del popolo etrusco".

"Una polis, una città-stato – spiega l'autore, che collabora anche alle pagine culturali de 'La Repubblica' – in grado di giocare un ruolo di primo piano nelle vicende politiche e militari dell’Italia preromana in due occasioni: alla fine del VI secolo a.C. quando entrò, attraverso la figura del Re Porsenna, nelle ambiziose partite costituite dal tentativo di esercitare un'egemonia su Roma, dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo e l’affermazione di assetti istituzionali di tipo repubblicano in quella città.

E di creare un corridoio terrestre che unisse i territori dell’Etruria propria con quelli dell’Etruria Campana. Poi di nuovo, nei decenni a cavallo tra IV e III secolo a.C., quando tentò senza successo di fermare l’avanzata di Roma. Un impegno pagato con la distruzione stessa della città nel 264 a.C. e l’inizio di una nuova storia che, alla fine dell’Impero Romano, uomini e donne del tempo vollero riallacciare alla precedente scegliendo di chiamare il nuovo insediamento sulla Rupe: Urbs Vetus, città vecchia".