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"Vite ai bordi". Un libro per riflettere sulla tratta degli esseri umani

lunedì 18 febbraio 2019
"Vite ai bordi". Un libro per riflettere sulla tratta degli esseri umani

"Vite ai bordi" è il libro di Annamaria Zito, scrittrice pugliese, edito da Leucotea Edizioni, che sarà presentato venerdì 22 febbraio alle 17.30 presso la Sala Gramsci della Biblioteca Comunale "Luigi Salvatorelli" di Marsciano. L’iniziativa è organizzata dall'Associazione di Promozione Sociale "L'Orologio di Benedetta", insieme al Comune e con la collaborazione dell'Associazione Culturale "Pegaso" e dell'Associazione "Salam" che promuove progetti di cooperazione internazionale. L’autrice parlerà del suo libro e dei temi che affronta insieme ai giornalisti Alvaro Angeleri e Massimo Fraolo.

Il libro affronta il tema della tratta di giovani donne e della violenza di genere. Lo fa attraverso la storia di Ife, che arriva in Italia con la promessa di fare la baby-sitter e invece si ritrova ai bordi di una strada di campagna. Un testo che invita il lettore ad una attenta riflessione alla luce della drammaticità delle storie raccontate dalle stesse vittime, come anche dei numeri del fenomeno che continuano a crescere. Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) circa l’80% delle migranti nigeriane arrivate via mare nel 2016 in Italia è probabile vittima di tratta destinata allo sfruttamento sessuale sia in Italia che in altri Paesi dell’Unione Europea.

La tratta di esseri umani sta coinvolgendo ragazze di età sempre più basse. Come evidenzia Save the Children nel dossier “Piccoli schiavi invisibili” si assiste ad un progressivo abbassamento dell’età delle giovani nigeriane vittime di tratta: “Sono sempre più giovani, scarsamente scolarizzate e sempre più povere. Si tratta prevalentemente di ragazze tra i 15 e i 17 anni, con una quota crescente di bambine tra i 13 e i 14 anni”. A differenza di quanto avveniva negli anni Novanta e nei primi anni Duemila – quando le ragazze arrivavano soprattutto via aerea – oggi i trafficanti le “confondono” tra i migranti in partenza per la Libia. Dando loro fin dall’inizio chiare istruzioni per fare in modo che alla prima occasione utile possano scappare dai centri di accoglienza.