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L'Unitre diventa international con la conferenza bilingue "Spie e delatori"

lunedì 21 gennaio 2019
L'Unitre diventa international con la conferenza bilingue "Spie e delatori"

Venne annunciata dal Presidente Riccardo Cambri come prossima novità alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico, nello scorso settembre 2018, ed ora la promessa si concretizza: l’Unitre di Orvieto, con il patrocinio del Comune di Orvieto, proporrà un ciclo di conferenze di alto spessore in doppia lingua, italiana ed inglese, così da tendere la mano ai numerosi cittadini anglofoni presenti sulla rupe e nel suburbio, in nome della condivisione culturale e sociale.

“Unitre International”, questo il nome dell’originale progetto, si avvierà giovedì 24 gennaio 2019, alle ore 10:30 presso la Sala Consiliare del Comune di Orvieto; gli iscritti e simpatizzanti dell’Università delle Tre Età e tutti i cittadini che lo vorranno (inclusi e graditi quelli di lingua inglese!), saranno condotti nell’insidioso mondo delle spie naziste: “Spie e delatori. Le armi del nazismo contro la Resistenza Europea”.

Queste non erano spie alla James Bond. Con il nome di “Vertrauensmänner” o “confidenti”, venivano assoldati dalla Gestapo e dagli altri servizi segreti nazisti per infiltrarsi nelle reti della Resistenza europea. Si fingevano antifascisti per fare arrestare e deportare nei campi di concentramento i partigiani, le partigiane e tutti quelli che la Resistenza cercava di proteggere, inclusi i piloti alleati caduti oltre le linee e gli ebrei.

Come sappiamo di queste spie? Spesso sono le vittime stesse a narrarci le loro storie. La francese Simone Gournay (1921-2014), sopravvissuta alla deportazione a Ravensbrück, ha raccontato come la sua intera rete di resistenza, “Gloria SMH”, sia stata smantellata a causa della delazione di una spia, apparentemente… un prete! Robert Alesch, infatti, curato nella cittadina di La Varenne-Saint-Hilaire, si fingeva nei suoi sermoni un fervente oppositore dei nazisti ma era in realtà un agente al loro servizio. Viveva una doppia vita: prete durante il giorno, aveva due amanti a Parigi (che compaiono al suo processo!) ed era pagato 12.000 franchi al mese per denunciare tutti i membri della Resistenza la cui fiducia riusciva ad ottenere.

Dopo i saluti istituzionali del Vicesindaco di Orvieto nonché Assessore alle Politiche Sociale, Avv. Cristina Croce, che ha sin da subito incoraggiato il progetto Unitre International, Benedetta Carnaghi, dottoranda in storia alla Cornell University, traccerà un breve quadro storico del ruolo di queste spie nell’universo di terrore nazista; Ambra Laurenzi, Presidente del Comitato Internazionale di Ravensbrück e Consigliera dell’Associazione Nazionale ex-Deportati, preparerà l’uditorio alla celebrazione della Giornata della Memoria offrendo l’esempio delle deportazioni a Ravensbrück.

Perché questo campo di concentramento è meno conosciuto degli altri? Purtroppo, perché è un campo che è stato concepito per la deportazione femminile, della quale non si parla mai abbastanza. Le donne sono quasi assenti dalla storiografia dell’Olocausto: si parla sempre di “deportati” e “sopravvissuti” al maschile. È necessario correggere questa tendenza, sottolineando i traumi subiti dalle donne deportate, di natura diversa rispetto a quelli degli uomini.