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Come nobili condottieri, tra i Castelli della Teverina e "Il Paese delle Fiabe"

domenica 20 gennaio 2019
di Davide Pompei
Come nobili condottieri, tra i Castelli della Teverina e "Il Paese delle Fiabe"

Celleno, Roccalvecce e Sant'Angelo. Tre borghi dell'Alto Lazio, immersi in un paesaggio fiabesco. E un'occasione unica per ammirarli insieme, approfittando della quiete invernale dell'ultimo weekend del mese. Per la prima passeggiata dell'anno, cerchia in rosso sul calendario la data di domenica 27 gennaio, Anna Rita Properzi, guida turistica e guida ambientale escursionistica professionale iscritta al Registro Italiano AIGAE.

Partenza alle 9.15 dalla Piazza del Mercato del cosiddetto "borgo fantasma" (nella foto sotto) su cui svetta Castello Orsini, l'imponente fortilizio anticamente circondato da un fossato e munito di una grande torre di guardia posto all'ingresso di Celleno Vecchio, con le case dirute da dove ammirare la valle e il dirimpettaio borgo di Roccalvecce. Dal Torracchio si accederà alla piazza principale, salendo la scalinata di Via del Ponte.

Dalla Piazza del Comune si può salire al castello superando un ponte in muratura ad arcata unica. Al termine, oltrepassato il portale, l’accesso agli ambienti non tutti visitabili a causa di alcune parti frananti. "A seguire – anticipa la guida – ci recheremo a Roccalvecce (nella foto d'apertura), dove potremo visitare il Castello Costaguti ed il Giardino Storico, di proprietà della famiglia Costaguti Afan De Rivera e gustare un caffè nel salone di rappresentanza. L'abitato ha origini antichissime.

Fu sicuramente un insediamento etrusco, come dimostrano i ritrovamenti in tutta la zona circostante di tombe risalenti al VIII e al VII secolo a.C. In seguito divenne un castrum romano, come testimoniano le tracce di opus reticulatum presenti nelle fondamenta del castello. Durante tutto il 1200 e gli inizi del 1300, il castello fu proprietà di vari signori, il più famoso tra questi, Ponzio, fu un condottiero agli ordini della nobile famiglia Monaldeschi di Bagnorea, l’attuale Bagnoregio.

Dopo circa 100 anni di alterne vicende e scontri tra condottieri di ventura, il castello divenne proprietà della potente famiglia viterbese dei Gatti. Nel 1498 ben 5/6 del castello passarono in mano a Giulio e Ottaviano Colonna, patrizi romani, e il restante 1/6 sesto a Francesco Chigi, nobile senese. Nel 1555 Camillo Colonna, figlio di Ottaviano, lo cedette ad Alberto Baglioni i cui figli, Vincenzo e Paolo, trovatisi in gravi difficoltà economiche, nel 1642, furono costretti a vendere a Prospero Costaguti, patrizio genovese e cittadino romano.

Nel 1685, poi, Giovanni Giorgio Costaguti acquistò il rimanente 1/6 del castello ancora di proprietà della famiglia Chigi. Da allora fino ad oggi il Castello di Roccalvecce è sempre stato proprietà della famiglia Costaguti. Ai piedi del borgo medievale, il giardino storico del castello detto 'La Vignaccia', un parco settecentesco che si estende per circa 15.000 metri quadri. Al suo interno sono custodite piante rare ed esotiche provenienti da tutte le parti del mondo, un maestoso viale di tigli centenari, un giardino all’italiana ed una fontana settecentesca in pietra".

Infine, una piacevole sorpresa: il borgo di Sant'Angelo di Roccalvecce (nella foto sopra), dove continua a crescere il progetto artistico dei murales dipinti sulle facciate delle abitazioni che oggi fanno della fino a ieri dimenticata frazione viterbese "Il Paese delle Fiabe", un museo a cielo aperto dell'arte popolare. Da "Alice nel Paese delle Meraviglie" a "Il Piccolo Principe", da "Le Fate di Avalon" a "La Piccola Fiammiferaia" e ancora "Hänsel e Gretel", "Don Chisciotte", "Gli Gnomi dei Grimm", "Il Brutto Anatroccolo", "Pinocchio", "C'era una volta..." e l'opera in ceramica "La Fiaba del Passato". Tutto realizzato con l'impegno dell'Associazione Culturale Acas da artisti differenti di cui si parlerà durante il tragitto.

Dodici, i murales previsti nel progetto iniziale. Undici, ad oggi, quelli realizzati insieme ad un'altra dozzina di opere diffuse tra installazioni, sculture, bassorilievi, edicole, mosaici dalla Piazza Nuova ai Lavotoi, con un tema unificante: il fantastico, ovvero la favola, il mito e la leggenda, senza dimenticare le radici culturali del luogo e la sua tradizione etrusca, cristiana e agricola. Il costo della visita (durata dalle 9.30 alle 13.30 circa) è di 8 euro, gratis fino a 14 anni, in aggiunta ai 4 euro d'ingresso al Castello Costaguti.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni (consigliate):
333.4912669 – annaritaproperzi@gmail.com

Foto: Luca Bellincioni