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"Il restauro della statua di Sant'Antonio Abate". In Biblioteca, la presentazione

lunedì 14 gennaio 2019
di Davide Pompei
"Il restauro della statua di Sant'Antonio Abate". In Biblioteca, la presentazione

Un'opera di pregio, posta nella nicchia centrale in stucco dorato sopra l’altare maggiore della Chiesa di Santa Caterina, prima ancora che una statua di grande culto. Viene parzialmente restituita nel suo splendore originario alla comunità aquesiana giusto in concomitanza con i festeggiamenti in onore di San'Antonio Abate, per volontà della Parrocchia del Santo Sepolcro e del Comune. La presentazione del restauro in corso è attesa per martedì 15 gennaio alle 18 nei locali della Biblioteca Comunale di Acquapendente.

Attesi, gli interventi del sindaco Angelo Ghinassi e del parroco, don Enrico Castauro, che si concentrerà sul profilo storico-letterario del santo e sulla spiritualità legata alla sua figura. A presentare il restauro della statua lignea che lo ritrae in atto benedicente sarà Roberta Sugaroni. Dei luoghi e delle tradizioni legate al suo culto ad Acquapendente, Torre Alfina e Trevinano si occuperà, invece, l'architetto Renzo Chiovelli.

Saranno presenti, inoltre, il Signore di Sant'Antonio 2019 Eolo Seri, che nel contesto delle celebrazioni porterà davanti alla statua tre mazzi di ceri devozionali – uno andrà al Signore dell'anno precedente e un altro, raccolto da un nastro di diverso colore, a quello dell'anno successivo – e quelli degli anni precedenti. Quanto al restauro, segue le linee progettuali presentate e approvate dalla Soprintendenza.

"La scultura – spiega la restauratrice – è collocabile in ambito tosco-umbro-laziale e databile entro l’ultimo quarto del XV secolo. Si tratta di una statua lignea policroma di impianto piuttosto arcaico ma di interessante fattura, che riporta i tratti tipici del santo pur non presentandone tutti gli attributi iconografici. Fra questi ritroviamo il libro rosso delle sacre scritture e la croce, sebbene non a T, mentre il fuoco dipinto sembrerebbe un’aggiunta postuma.

L’antica fattura, testimoniata già dalla posa, si ispira alla tradizione senese del XV secolo, traducendo in una semplificata realizzazione di ambito locale i rimandi stilistici". Sfilabile, il bastone a forma di croce con il campanello. Della statua si parla al foglio 145 delle visite pastorali di monsignor Pompeo Mignucci, il 2 settembre 1652, come si legge anche nel libro "Le Chiese di Acquapendente" di don Antonio Agostini.

"Il restauro ha riportato alla luce le cromie originali degli incarnati, sia sul volto che sulle mani, quelle dei capelli e della lunga barba bianca, in contrasto con il saio marrone, ritrovate sotto quattro strati di ridipinture successive. Lo stato di conservazione di queste ultime, ad eccezione della mano sinistra dove sono presenti interventi ricostruttivi non del tutto adeguati, può dirsi senz’altro buono.

Il manto e le vesti nascondono le cromie originali sotto uno strato preparatorio successivo. L’esiguità delle tracce originali riscontrate, e il degrado del supporto, rendono improponibile l’ipotesi di una rimozione completa. L’opera tornerà comunque in laboratorio per la prosecuzione dei lavori, fino al completamento del restauro, subito dopo i rituali festeggiamenti" in programma da giovedì 17 a domenica 20 gennaio.

 

Foto d'apertura: Emilio Rosati