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"Ma chi l'ha detto che l'Inferno è più interessante del Paradiso?"

martedì 9 ottobre 2018
"Ma chi l'ha detto che l'Inferno è più interessante del Paradiso?"

"Ma chi l'ha detto che l'Inferno è più interessante del Paradiso?" è il titolo dell'iniziativa in programma per sabato 13 ottobre alle 16 a Palazzo Simoncelli, sede dell'Università delle Tre Età di Orvieto, che promette di "spalancare le porte del Paradiso" ad iscritti e simpatizzanti che parteciperanno. Di seguito la presentazione dell'evento:

"Che noia - dirà qualcuno - passare l'eternità seduti su una nuvola a suonare l'arpa!". Ma chi l'ha deciso? È vero, in Cappella di San Brizio a tutti interessano solo gli affreschi del Signorelli, praticamente nessuno nota i soffitti del Beato Angelico. Ed è opinione diffusa che la cantica più interessante della Divina Commedia sia la prima. Colpa dell'interesse “morboso” del pubblico per il male, oppure è vero che artisti, poeti e scrittori danno il meglio di sé nella descrizione del lato oscuro?

Guidati dal caleidoscopico Dario Rivarossa, traduttore, saggista e scrittore, ci addentreremo tra le pagine di autori che sanno rendere il paradiso intrigante tanto quanto l'inferno, se non di più.  Qualche esempio: Ludovico Ariosto, che prende a piene mani da Dante e lo capovolge con genio e irriverenza. Giovan Battista Marino, il re del Barocco, oggi sottovalutatissimo ma all'epoca considerato il sommo poeta. Nel poema Adone e nell'unico brano rimasto del progettato poema Gerusalemme distrutta, ci mostra santi, Madonna, Cristo e Dio in una luce abbastanza sorprendente, certo NON il paradiso dantesco; e infatti, Marino fu condannato dall'Inquisizione.

Traslocheremo quindi nel mondo anglosassone, dove John Milton, nel poema Paradiso perduto, reinterpreta gli angeli in chiave fantascientifica. E ancora da Londra, Emanuel Swedenborg, ingegnere, tuttologo e visionario di origini svedesi, affermava di parlare con gli angeli e di avere visitato l'Aldilà, anche in questo caso, con notevoli differenze rispetto a Dante. Il suo Cielo è infinitamente più innovativo del suo inferno.
Sempre di lingua inglese, ma sull'altra sponda dell'oceano, ecco poi Philip K. Dick, lo scrittore californiano da cui sono stati tratti film come Blade Runner e Minority Report, e adesso la serie televisiva The Man in the High Castle su Sky. Le sue raffigurazioni del Cristo in gloria fondono filosofia antica, teologia medievale, gnosticismo, fantascienza, religioni assortite... nonché un pizzico di droga e una buona dose di follia. E genialità. Il paradiso non può attendere. Vi aspettiamo impazienti, all’Unitre!