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"Lo scavo archeologico in località Spoletino-Torricella". Si presentano le campagne 2014-2017

mercoledì 2 maggio 2018
"Lo scavo archeologico in località Spoletino-Torricella". Si presentano le campagne 2014-2017

E' in programma per sabato 5 maggio alle 16 presso la Sala Vittorio Brunelli del Palazzo della Cultura di Civitella d'Agliano la conferenza su "Lo scavo archeologico in località Spoletino-Torricella" per fare il punto sulle campagne 2014-2017. Interverranno il Soprintendente Arch. Margherita Eichberg, il Sindaco di Civitella d’Agliano Giuseppe Mottura, il prof. Marcello Spanu dell’Università degli Sudi Roma Tre e il Funzionario Archeologo responsabile del territorio Maria Letizia Arancio.

Il progetto di scavo, finalizzato alla valorizzazione di un’area ancora poco nota scientificamente per quanto concerne l’età romana e poco sviluppata dal punto di vista turistico-culturale, nasce nell’ambito di un protocollo d’intesa stipulato nel 2014 tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, l’Università degli Studi di Roma Tre e l’Amministrazione Comunale di Civitella d’Agliano per lo svolgimento di ricerche archeologiche intensive ed estensive nel territorio del Comune, con particolare riguardo alla località di Spoletino-Torricella e al territorio circostante.

Le ricognizioni effettuate hanno dimostrato come questa zona fosse, in epoca romana, intensamente utilizzata sia per le attività agricole sia per la produzione di ceramica. Essa era inoltre costellata di ville prestigiose, la cui funzione era connessa direttamente con lo sfruttamento del territorio e con l’approvvigionamento di Roma stessa, facilmente raggiungibile tramite una via privilegiata di comunicazione: il Tevere.

Le campagne di scavo condotte tra il 2014 e il 2017 nella località di Spoletino-Torricella hanno portato alla luce una cisterna romana di proporzioni eccezionali (m 42 x 14), la più ampia sinora nota in ambito rurale in Etruria. La riserva idrica serviva all’irrigazione e quindi lascia presupporre che la zona circostante fosse intensivamente coltivata, anche se fu divisa ad un certo punto in due setti da un muro e parzialmente defunzionalizzata. Certamente rientrava nel quadro dei possedimenti di una villa signorile che doveva sorgere nei pressi. Lo scavo del riempimento della cisterna, per quanto ancora parziale, ha consentito la scoperta di una notevolissima quantità di reperti in straordinario stato di conservazione (integri o frammentari, ma quasi tutti ricomponibili).

Il settore più ampio dell’invaso, in particolare, offre una panoramica esaustiva di tutte le suppellettili utilizzate in un ambito domestico di un certo rilievo, dalla ceramica da mensa a quella da cucina, dalle anfore di produzione locale e di importazione alle lucerne per l’illuminazione, dai vasi in vetro ai metalli, dai vasi da fiore agli oggetti per la toletta femminile. Lo stato eccezionale del materiale rinvenuto dipende, con tutta probabilità, dal fatto che esso fu gettato intenzionalmente in occasione di una plausibile ristrutturazione della villa o di una sua parte. Questo avvenne in un momento cruciale della storia romana, durante l’impero di Nerone, per cui il contesto di reperti portati alla luce costituisce uno dei pochi confronti che si possono istituire con quanto noto a Pompei.