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"Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro dei social" nel saggio di Matteo Grandi

sabato 16 dicembre 2017
"Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro dei social" nel saggio di Matteo Grandi

"Insulti, discriminazioni di ogni genere, misoginia, istigazione alla violenza, omofobia, fake news dal retrogusto razzista e anti-scientifico, revenge porn". È Internet, bellezza. La più grande rivoluzione del secolo scorso, il principale mezzo di comunicazione di massa che offre all'utente una vasta serie di contenuti, potenzialmente informativi, e di servizi. Tutto a portata di click, tutto e il contrario di tutto. "Tutti tuttologi col web".

Hanno spinto il piede sull'acceleratore della degenerazione, i social media. Quelli invisi a Umberto Eco che nella sua profetica lectio magistralis tenuta nel 2015 all'Università degli Studi di Torino scatenò il dibattito asserendo che "hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività". Difficile controbattere, di fronte a tanta democratizzazione che ha equiparato il Premio Nobel all'uomo della strada, in nome della sacrosanta libertà di espressione.

Con un flusso frammentato di parole che, sotto una pioggia acida di like, ha tirato su generazioni di web-eti, moralizzatori senza morale dall'indice puntato e sempre pronto sulla tastiera in quotidiane guerre da scrivania. Sì, perché "non c'è alcun dubbio che la Rete, in particolare con i social media, sia diventata un luogo nel quale scaricare rabbia e frustrazioni senza sensi di colpa, in cui attaccare ferocemente personaggi pubblici o emeriti sconosciuti con la sola colpa di avere opinioni diverse".

Tra gogne virtuali e difficoltà a discernere, affronta le sfumature psicologiche che una simile e prolungata esposizione alla cattiveria della Rete produce, Matteo Grandi nelle 226 pagine di "Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro dei social", il saggio pubblicato per Rizzoli, senza accademismi da sociologi ma con approccio pop e abbondanza di esempi attinti dalla cronaca recente per indagare da vicino il fenomeno dell'inquinamento della Rete in tutte le sue manifestazioni. Lo presenterà lui stesso sabato 16 dicembre alle 16 al Teatro Libreria Bistrot Caffeina, al civico 9 di Via Cavour, Viterbo che in questi giorni ha già ospitato gli incontri con Walter Veltroni, Massimiliano Capoe Alberto Mario Banti.

"A monte di questa valanga di fango - annota, provocatorio, il direttore di Piacere Magazine, autore televisivo molto attivo sui social network e, da sempre, attento osservatore delle dinamiche della Rete senza risposte in tasca ma con invito alla riflessione, sempre più necessaria in tempi che con tanta rapidità e sovrabbondanza di informazioni hanno finito per anestetizzare il pensiero - sembra esserci l'idea che Internet sia una zona franca, un Far Web in cui non esistono regole, in cui vige l'impunità e dove è legittimo e pratico farsi giustizia da sé. Ma è poi davvero colpa della Rete se la gente odia? Siamo veramente disposti a mettere in gioco la nostra libertà d'espressione per portare avanti una crociata indiscriminata contro l'odio online? Qual è, in questa partita, il ruolo che giocano le diverse piattaforme? Quanto incide su certe derive la mancanza diffusa di educazione digitale? E qual è il quadro normativo a cui fare riferimento oggi?".

Per ulteriori informazioni:
www.matteograndi.com