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Si presenta il libro "Da Cellere a Capalbio. Fatti e misfatti del brigante Domenico Tiburzi"

giovedì 14 dicembre 2017
Si presenta il libro "Da Cellere a Capalbio. Fatti e misfatti del brigante Domenico Tiburzi"

Venerdì 15 dicembre, alle ore 16.30, presso il Museo della Navigazione nelle Acque interne di Capodimonte, si svolgerà la presentazione del libro di Giuseppe Bellucci “Da Cellere a Capalbio. Fatti e misfatti del brigante Domenico Tiburzi”. Storia in ottava rima. Edito da Archeoares, Viterbo.

"Sono trascorsi oltre cento anni dalla scomparsa di Tiburzi - si legge nella quarta di copertina - ma lui rimane per tutti la leggenda vivente della Maremma. Si racconta che nelle notti di luna piena, battute dal vento gelido di tramontana, a cavallo di un argenteo sauro maremmano, il “re di Montauto e del Lamone” guadi ancora il fiume Fiora in cerca di un rifugio, in cerca di pace, in quelle macchie sperdute che l’avevano visto dominatore incostratato nella sua vita avventurosa ed errabonda, durata ben ventiquattro anni. Anni difficili che vanno dalla fuga dalle saline di Tarquinia (1872), alla morte nel casale delle Forane presso Capalbio (1896), senza considerare il periodo trascorso in libertà dall’omicidio di Angelo del Buono (24 ottobre 1867) alla sua cattura (15 settembre 1868), in piena epoca pontificia. Un brigante vissuto tra “due regni”, come ci piace ricordarlo, da Pio IX, sovrano dello Stato della Chiesa, a Vittorio Emanuele II, re d’Italia".

Il volume è stato scritto in ottava rima, tipica della poesia narrativa italiana e della tradizione dei cosiddetti “cantori a braccio” o, appunto, “cantori d’ottave”. Le illustrazioni del volume sono state realizzate dallo stesso autore. Giuseppe Bellucci è nato a Blera (Viterbo) il 28 marzo 1950. E’ stato ufficiale superiore dell’Arma dei Carabinieri. E’ Cavaliere al merito della Repubblica. Collabora con giornali online e riviste periodiche con articoli e illustrazioni. Pittore e disegnatore autodidatta, nel senso più vero del termine, in precedenza ha allestito mostre e conseguito premi. Ha sempre seguito con vivo interesse il fenomeno del brigantaggio maremmano attraverso letture e ricerche d’archivio. Tra le sue passioni merita un posto privilegiato la cultura dell’ottava rima, scritta e cantata.