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Barbara De Rossi: "Dopo 'Amore Criminale', porto 'Il Bacio' al Boni con Francesco Branchetti"

giovedì 5 gennaio 2017
di Davide Pompei
Barbara De Rossi: "Dopo 'Amore Criminale', porto 'Il Bacio' al Boni con Francesco Branchetti"

Una panchina, un bosco dai mille significati, magia e misteri dei sentieri. E dei sentimenti. "Una donna che va alla ricerca del suo destino, un uomo che fa i conti con i suoi fallimenti e con la sua storia". Un viaggio interiore, un incontro. Quello di "due vite segnate dall'infelicità, forse dalla paura ma che, dalla diffidenza iniziale alle prime confidenze, arrivano a sfiorarsi, fino a una complicità quasi struggente". Una conversazione, la loro, "fatta di piccole bugie e verità sorprendenti". Condizioni esistenziali, comuni a molti, in cui identificarsi.

È il nodo della commedia "Il Bacio" a cui il drammaturgo olandese Ger Thijs conferisce umana intensità. Tradotto da Enrico Luttmann, il testo – altalena tra indagine psicologica, nascita di qualcosa di nuovo e necessità di leggerezza esistenziale – è presentato dall'Associazione Culturale "Foxtrot Golf" pronta ad andare in scena domenica 8 gennaio alle 17.30. Al Teatro Boni si apre così la seconda parte della terza stagione di prosa targata Sandro Nardi. Firma le musiche Pino Cangialosi. Si divide il palco con Francesco Branchetti – sua la regia – Barbara De Rossi.

Entrambi tornano nella ribattezzata "piccola perla della città di Acquapendente", dopo l'assaggio di "Coro di donna e uomo", il recital a due voci scritto dal drammaturgo Gianni Guardigli, offerto sabato 10 settembre in occasione della serata di premiazione della 18esima edizione di "Proscenio Aggettante", il festival del teatro sociale organizzato dalla Fitel, sotto la direzione artistica di Filippo D'Alessio. Tre di nove, per lei, le stagioni ad "Amore Criminale", il programma cult di Raitre che si occupa di femminicidio e violenze domestiche sulle donne con la formula della docufiction abbinata alla lettura di atti giudiziari.

Sostituita nella conduzione da Asia Argento – che, diretta dall'ex marito Michele Civetta, ha appena girato in Tuscia, all'ombra del Castello Ruspoli di Vignanello, alcune scene del nuovo thriller-horror "L'Esecutrice" – da fine novembre, Barbara De Rossi è alla guida de "Il Terzo Indizio", su Rete 4, costola del programma "Quarto Grado", dove continua a dare voce alle storie di cronaca nera. Così come aveva fatto nel 2011 con la miniserie in due puntate "La vita che corre" girata per Raiuno, anche ad Orvieto, con Enzo De Caro. Quest'anno traguarda i primi quarant'anni di carriera. Anche lontano dai riflettori, metà li ha trascorsi collaborando con l'associazione "Salvamamme".

La carriera di attrice, iniziata quando non aveva ancora 16 anni. A Rimini, dove viveva, in quegli anni non c'era il sogno del teatro. "Si guardava più al balletto – rivela – era tutto diretto verso la danza. Quindi non ho vissuto questo sogno così da piccola. C'era una cultura diversa in quel tipo di provincia lì. Il cinema è arrivato poco dopo. Ho esordito molto giovane in un film di Alberto Lattuada, con Marcello Mastroianni. E sono andata avanti così, alternando la televisione al cinema. Poi è arrivato il teatro, con una consapevolezza diversa. L'ho affrontato abbastanza tardi. Per questo sono felice di vedere quando i giovani lo vivono fin da piccoli".

Anche attraverso il teatro sociale, che mescola gocce di professionismo in un mare di energia e voglia di fare. "Di talento, in giro, ce n'è tanto. Trovo spesso tra i cosiddetti 'non professionisti', tanti bravi attori, a volte anche meglio di quelli che lo fanno per mestiere. Il teatro sociale dà agli adolescenti una grande opportunità: quella di viaggiare interiormente. Di misurarsi con le proprie capacità espressive, con il desiderio di affrontare temi sociali, di guardarsi intorno e condividere con gli altri qualcosa che non ha a che fare con le solite cose, spesso anche stupide, che fanno altri giovani".

Amore Criminale? "Sono stata gratificata per tre anni, a raccontare e accompagnare le persone che non sono mai entrate in una tematica così complessa come quella della violenza contro le donne. L'ho fatto con grande cuore, con grande piacere. È un tema molto delicato, complesso e non ci si può fermare solo alla sensibilizzazione, nel senso vero della parola. Il programma, per me, è stato il coronamento di un percorso che avevo già intrapreso".

"Sono tantissime – conviene Branchetti – le voci femminili e gli intrecci che si possono creare. Non solo a teatro, ma anche nella vita, dove spesso e volentieri la donna è vittima, sotto tantissime forme, non solo all'interno del rapporto di coppia. Un panorama prismatico di più voci femminili che subiscono e raccontano cosa è subire".

Per ulteriori informazioni e biglietti:
Teatro Boni – Piazza della Costituente, 9
0763.733174 – 334.1615504
www.teatroboni.it