editoriale

Usciremo dal grigiore in cui vogliono tenere Orvieto

martedì 2 settembre 2003
di Coordinamento della Margherita

Difficilmente la classe dirigente orvietana è chiamata a misurarsi su questioni che il "comune senso politico" definisce normali o ordinarie.

E’ questa la vera "anomalia" che, molto spesso e con un pizzico di orgoglio, viene interpretata da noi stessi come la "pena" comminata non da un destino cinico e baro ma da presunte classi dirigenti regionali e provinciali, istituzionali e non, che non ci perdonano la capacità di uscire dalla mediocrità, dai toni cromatici dei grigi, che tanto sono cari ai grandi manovratori, che, nella migliore tradizione, non debbono essere disturbati.

E’ necessario, a questo punto, registrare il salto di qualità che è stato compiuto nell’attacco alla nostra dignità.

Non più piccole schermaglie da lotta di campanile ma veri e propri atti ostili che, nel tempo, hanno, tra l’altro: negato una rappresentanza locale al Parlamento della Repubblica; ridimensionato la presenza territoriale nelle massime istituzioni regionali e provinciali; ostacolato le linee strategiche di sviluppo, quali, per esempio, quelle legate all’Università.

Dobbiamo, tutti insieme, dimostrare di essere in grado di rivendicare il giusto ruolo per Orvieto nelle strategie politiche e di governo regionali e provinciali.

Lo si deve fare dimostrando alla realtà ternana che il suo ruolo non si accresce, anzi si svilisce, se non c’è una reale alleanza con quella orvietana. Diverse lobby perugine vedrebbero di buon occhio una lotta territoriale all’interno della nostra provincia che, naturalmente, sarebbe senza vincitori.

Noi siamo disponibili a fare la nostra parte. E’ chiaro, però, che prima devono essere rimossi alcuni ostacoli, soprattutto quelli a carattere metodologico: è fondamentale, infatti, che in tutti gli ambiti territoriali si riscopra il primato della politica, combattendo, a tutti i livelli, le commistioni tra pubblico e privato. Un passaggio fondamentale e urgente, questo, per risolvere al meglio alcune importanti problematiche connesse alla gestione della maggior parte dei servizi a rete.

Il partito della Margherita è disponibile ad assumersi le necessarie maggiori responsabilità, mettendo in campo programmi e risorse umane per la creazione di un sistema politico provinciale più equilibrato.

Sono questi, del resto, gli orientamenti fatti propri dal congresso provinciale, che, in maniera unitaria, ha evidenziato il ruolo fondamentale che il territorio della provincia di Terni deve giocare nella realizzazione di un’Umbria realmente policentrica.

La classe dirigente regionale si deve dimostrare tale, tornando a governare i processi necessari alla creazione di quel consenso diffuso che in passato ha caratterizzato le grandi scelte.

Nel campo della sanità auspichiamo che i manager individuati, ai quali deve essere concessa la possibilità di lavorare in piena serenità, costruiscano un corretto rapporto con la conferenza dei sindaci, per poter affrontare le questioni relative al nostro comprensorio: il potenziamento dei servizi territoriali; la realizzazione di un forte distretto sperimentale; l’implementazione dei servizi, del personale sanitario e della capacità amministrativa per l’ospedale.

Noi chiediamo che, con assoluta urgenza, si apra un tavolo istituzionale, vero, per individuare soluzioni idonee ad integrare i vari territori che compongono la nostra regione.

Non c’è tempo da perdere; non siamo disposti a dilungarci in discussioni sterili, visto che le cose da fare, sebbene mai attuate, sono ben descritte anche nei documenti ufficiali della regione.

La Margherita di Orvieto si dichiara disponibile, fin da subito, a continuare, in stretta connessione con le altre forze del centro sinistra, il lavoro di individuazione delle migliori condizioni di sviluppo per il nostro territorio.

Sono molti in Umbria a non aver ancora imparato che la classe dirigente orvietana si esalta proprio nell’affrontare le questioni che il "comune senso politico" definisce anormali o straordinarie.


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