editoriale

Perchè perdere dieci minuti a confessare un pensionato di 81 anni?

martedì 19 agosto 2003
di Fausto Cerulli

Lettera apertissima a don gianncarlo quasi vescovo.

Premetto che tra i tanti preti che impretano questi luoghi comunque sotto la dominazione pontificia tu mi stai

pure simpatico, Sei l’unico prete con i capelli finti, sei il berlusconi della chiesa cattolica torresanseveriana.

In questi giorni sei al centro dell’attenzione perché hai rifiutato la confessione a un peccatore fuori

orario. Cazzo, ci mancherebbe pure che adesso uno pretenda di dettar legge ai preti, ché manco

Garibaldi,. Dice:ma quello aveva 81 anni e magari aveva paura di morire con il groppone

dei peccati e magari rischiava di andare all’inferno per un disguido burocratico. E tu giustamente

replichi che la confessione è un dovere non di già un diritto, e lui aveva il dovere di esercitare il dovere

nei tempi e nei modi previsti, e magari poteva far ricorso al Tar dei sacramenti. Invece

Questo cattolico in fregola confessoria, pretendeva che tu perdessi tempo a perdere tempo

con i suoi peccati che a te non te ne poteva fregare di meno: vuoi mettere i peccati della

Susanna Tamaro, che magari un po’ per sana curiosità morbosa un po’ per mecenatismo

ecclesiale, tu saresti rimasto ad ascoltare le sue confessioni, a rischio di saltare la funzione.

Vuoi mettere ascoltare i peccati della Susanna che scrive pure su Famiglia Cristiana ed ha una

sua qualche rispettabilissima vita sessuale trasgressiva, che per un prete come te ha qualcosa

di- come dire- pruriginoso.  Oppure ti avrebbe detto che aveva bestemmiato Dio e la Madonna, senza sapere

che non è più neppure reato figurati se è peccato: e poi dio e la madonna non querelano

nessuno.

Magari mi fa un po’ sorridere il fatto che tu ti sia visto rubare un quarto d’ora per

discutere con il villano in crisi d’astinenza da confessione. Conosco preti che in un quarto

d’ora ti confessano un battaglione di marines, di quelli che portano la democrazia

agli irakeni a colpi di bazooka, e che se si sono fatti una canna di troppo ti stuprano

quattrocento irakene in quindici minuti e poi si scusano dicendo che volevano

aiutarle nella loro sacrosanta guerra di liberazione sessuale.

Tu giustamente sei andato dai Carabinieri, dopo aver detto la Messa ed aver intimato

ai fedeli di scambiarsi un segno di pace. Hai bevuto il vino e mangiato il pane

della riconciliazione, e intanto covavi in petto la tua sete di giustizia: e mentre

dicevi andate in pace la messa è finita, già stavi scrivendo a mente la querela.

Hai accusato in querela la tua pecorella smarrita di aver usato nei tuoi confronti

la c.d. violenza privata. E pensare che io è dal 1870 che rivendico il diritto

di sottoporre il clero a violenza pubblica.

Dal punto di vista giuridico, il villano di 81 anni non può vantare un diritto

soggettivo alla confessione: al massimo un interesse legittimo. Da far valere

dinanzi al TAR della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Ma tu, don Giancarlo

che per me saresti un ottimo vescovo, ti sei rivolto giustamente al braccio

secolare della giustizia laica. Così impara, il villano: che aveva sentito dire

che peccato confessato è mezzo perdonato, ed invece impara a sue spese

che peccato non confessato è tutto querelato.

Sic transit gloria innundi.


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