Perchè perdere dieci minuti a confessare un pensionato di 81 anni?
Lettera apertissima a don gianncarlo quasi vescovo.
Premetto che tra i tanti preti che impretano questi luoghi comunque sotto la dominazione pontificia tu mi stai
pure simpatico, Sei l’unico prete con i capelli finti, sei il berlusconi della chiesa cattolica torresanseveriana.
In questi giorni sei al centro dell’attenzione perché hai rifiutato la confessione a un peccatore fuori
orario. Cazzo, ci mancherebbe pure che adesso uno pretenda di dettar legge ai preti, ché manco
Garibaldi,. Dice:ma quello aveva 81 anni e magari aveva paura di morire con il groppone
dei peccati e magari rischiava di andare all’inferno per un disguido burocratico. E tu giustamente
replichi che la confessione è un dovere non di già un diritto, e lui aveva il dovere di esercitare il dovere
nei tempi e nei modi previsti, e magari poteva far ricorso al Tar dei sacramenti. Invece
Questo cattolico in fregola confessoria, pretendeva che tu perdessi tempo a perdere tempo
con i suoi peccati che a te non te ne poteva fregare di meno: vuoi mettere i peccati della
Susanna Tamaro, che magari un po’ per sana curiosità morbosa un po’ per mecenatismo
ecclesiale, tu saresti rimasto ad ascoltare le sue confessioni, a rischio di saltare la funzione.
Vuoi mettere ascoltare i peccati della Susanna che scrive pure su Famiglia Cristiana ed ha una
sua qualche rispettabilissima vita sessuale trasgressiva, che per un prete come te ha qualcosa
di- come dire- pruriginoso. Oppure ti avrebbe detto che aveva bestemmiato Dio e la Madonna, senza sapere
che non è più neppure reato figurati se è peccato: e poi dio e la madonna non querelano
nessuno.
Magari mi fa un po’ sorridere il fatto che tu ti sia visto rubare un quarto d’ora per
discutere con il villano in crisi d’astinenza da confessione. Conosco preti che in un quarto
d’ora ti confessano un battaglione di marines, di quelli che portano la democrazia
agli irakeni a colpi di bazooka, e che se si sono fatti una canna di troppo ti stuprano
quattrocento irakene in quindici minuti e poi si scusano dicendo che volevano
aiutarle nella loro sacrosanta guerra di liberazione sessuale.
Tu giustamente sei andato dai Carabinieri, dopo aver detto la Messa ed aver intimato
ai fedeli di scambiarsi un segno di pace. Hai bevuto il vino e mangiato il pane
della riconciliazione, e intanto covavi in petto la tua sete di giustizia: e mentre
dicevi andate in pace la messa è finita, già stavi scrivendo a mente la querela.
Hai accusato in querela la tua pecorella smarrita di aver usato nei tuoi confronti
la c.d. violenza privata. E pensare che io è dal 1870 che rivendico il diritto
di sottoporre il clero a violenza pubblica.
Dal punto di vista giuridico, il villano di 81 anni non può vantare un diritto
soggettivo alla confessione: al massimo un interesse legittimo. Da far valere
dinanzi al TAR della Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Ma tu, don Giancarlo
che per me saresti un ottimo vescovo, ti sei rivolto giustamente al braccio
secolare della giustizia laica. Così impara, il villano: che aveva sentito dire
che peccato confessato è mezzo perdonato, ed invece impara a sue spese
che peccato non confessato è tutto querelato.
Sic transit gloria innundi.
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