editoriale

La questione rifiuti nodo irrisolto anche per Forza Italia

lunedì 26 maggio 2003
di Claudio Lattanzi
Nel dibattito che si è sviluppato durante il congresso azzurro, la questione dei rifiuti è stata affrontata e trattata nella solita maniera che ha sempre caratterizzato il centrodestra orvietano. E cioé: è una vergogna che Orvieto diventi la pattumiera d'Italia, basta con le operazioni di carattere speculativo eccetera eccetera.

Una posizione che, se valutata con attenzione e fuori dal semplice gioco delle parti, rivela tutta la sua debolezza e contrarietà. Pongo due questioni. La prima. Il Presidente della Repubblica nella sua visita all'Associazioni industriali di Terni, ha lodato pubblicamente la Regione Umbria per aver dato la propria disponibilità a gestire i rifiuti della Campania, sottraendo in questa maniera una formidabile occasione di business alla camorra.

Esattamante quello che ha fatto il governatore della Puglia Fitto, astro nascente tra le nuove leve azzurre. Seconda questione. Se il Comune di Orvieto rinuncia ad incassare i soldi dalla Sao (a proposito che fine ha fatto il progetto di costituire la società mista?), allora Forza Italia ed Alleanza Nazionale dovrebbero spiegare da quale altra parte si faranno saltare fuori quei soldi che nel bilancio comunale 2002 ammontano a poco meno di tre miliardi e mezzo.

Altrimenti si abbia il coraggio di dire quali spese pubbliche si possono e si vogliono tagliare per ripristinare la verginità ambientale di Orvieto. Nessuno nella Casa delle Libertà - tranne qualche realista dirigente ternano di Forza Italia - è disponibile a ragionare secondo la logica che in questa materia ha fatto propria il Ministro dell'Ambiente Altero Matteoli e cioè che la frontiera piu' avanzata nella questione rifiuti si chiama termovalorizzazione.

Il Ministro di An è un convinto fautore degli "inceneritori" sul modello di quello che hanno fatto i paesi del nord Europa, valga per tutti l'esempio dell'Austria con un termocombustore che sorge nella zona industriale di Vienna. Quali sarebbero i pregi del termocombustore ad Orvieto? Primo: consentirebbe di chiudere la discarica, secondo: consentirebbe la produzione a basso costo di energia con la possibilità di fare forti sconti alle imprese, di abbassare le tasse ed avere un ottimo strumento per intraprendere azioni di marketing territoriale a favore di imprenditori interessati a stabilirsi ad Orvieto, terzo: crerebbe occupazione, quarto: nel caso in cui fosse realizzato da Tad energia ambiente, comporterebbe una presenza piu' costante nell'area orvietana di Luigi Agarini il cui gruppo industriale (proprietario anche della Sao) costituisce la piu' significativa realtà imprenditoriale attiva a Terni.

Tutto vero se non fosse che questo progetto è stato nel 97 il cavallo di battaglia di Cimicchi e quindi non può essere fatto proprio dal centrodestra. L'unica vera sconfitta politica subìta dal sindaco si è consumata proprio sull'inceneritore che, da allora, è diventato un tabu' per la sinistra ed ancor di piu' per la destra che lo agita ancor oggi come la tentazione nascosta e potenzialmente ricorrente dell'Attila - Cimicchi

Peccato che Matteoli sia completamente d'accordo con lui. Peccato che la politica orvietana non cominci a ragionare sulle cose che potrebbero davvero aiutare l'econonia locale e che tutti rimangano allineati dentro le proprie trincee.

Così facendo, oltretutto, Forza Italia di Orvieto rinuncia ad interpretare il ruolo che è le proprio e cioè quello di partito attento alle esigenze dello sviluppo e delle imprese, ma nel gioco delle parti quello che conta di piu' è evidentemente essere fortissimamente e costantemente anticimicchiani.