editoriale

Cerulli meriterebbe una querela per le falsità contro di me.

martedì 6 maggio 2003
di Decio Lucio Grandoni
Il signor Fausto Cerulli su Orvietonews del 5 maggio dice di intervenire per difendere l'avv. Manlio Morcella contro il vescovo. Ma stranamente non c'è il minimo accenno nella sua nota all'accusa rivolta dall'avvocato e cioè che il vescovo avrebbe appoggiato il P.C.I., il P.D.S. e i D.S. La feroce critica al Vescovo prende altre strade.

In non sono lefevbriano e non sono mai stato un affarista. Ho curato anche l'amministrazione della Chiesa come era mio dovere, con il modo - secondo quanto prescrive il Diritto Canonico - del "buon padre di famiglia". Ho dedicato le mie funzioni pastorali - che, evidentemente, il signor Cerulli non sa quali siano - ad Orvieto ed a Todi. Con notevole sacrificio: ho percorso la strada tra Orvieto e Todi, nei due sensi, per circa 6.000 volte e non ho mai trascurato i miei doveri.

Certo se il signor Cerulli - che non mi pare di aver mai incontrato - mi avesse contattato all'inizio del mio episcopato avrebbe potuto insegnarmi come si fa il Vescovo. Ma questo è "laicismo" alla Giuseppe II d'Austria.

Circa i problemi dei suicidi e della droga faccio notare che tutta l'azione pastorale della Chiesa (anche di quella orvietana-tudertina) tende a formare ed educare i giovani al rispetto della vita dal concepimento alla morte naturale. Le posizioni laiciste in proposito sono molto ambigue (aborto ed eutanasia). Le "tavole rotonde" non servirebbero a niente. Non ho mai trattato in una omelia la questione della validità dell'opposizione politico-amministrativa in Orvieto: ne ho fatto un solo cenno nella replica che ho pubblicato su Orvietonews dopo l'attacco dell'avv. Morcella.

Ma quel che è più grave è il modo come il sig. Cerulli parla dell'iniziativa di costituire un fondo di rotazione per aiutare gli usurati.

Preciso: il patto iniziale con cui furono concessi i 50.000.000 di vecchie lire a dieci usurati era che la somma venisse restituita a rate senza interessi di sorta. Le somme che sarebbero rientrate sarebbero state poste a disposizione di altri usurati, appunto come fondo di rotazione; non è vero che chiesi in un secondo tempo la restituzione delle somme (questo era stato conordato - come risulta dalle ricevute in mio possesso - all'atto dell'erogazione); non è vero che ho chiesto interessi "legali" a nessuno; non è vero che ho fatto intervenire le autorità per riavere le somme prestate: nessun "decreto ingiuntivo";

Queste affermazioni sarebbero da controbattere con una bella querela per diffamazione, che però non intendo promuovere. Circa le questioni dell'Opera del Duomo non ho fatto alcuna ingerenza indebita, dato che - a norma di Statuto - il Vescovo nomina due Consiglieri e deve essere ascoltato per la nomina dei 5 di competenza governativa.

Forse il sig. Cerulli non sa che non esiste più la Sacra Inquisizione: quindi non ha nulla da temere anche perché i vescovi e le curie sono molto pazienti, forse troppo! E non è vero che ad Orvieto vado per vicoli e rasento i muri: questa è una autentica "baggianata". La mia coscienza è tranquilla. Non so se altrettanto tranquilla sia quella di chi attacca violentemente e ingiustamente il vescovo