editoriale

Beato Negri che sta a Puerto Alegre

martedì 25 marzo 2003
di Fausto Cerulli
Beato Negri che sta a Puerto Alegre. Forse, in quel puerto non si vede la televisione e magari non sanno neppure che in Iraq si combatte. La guerra ha questo di particolare, che induce effetti collaterali. Non mi riferisco ai morti civili ammazzati dalle bombe intelligenti, o ai militari che muoiono per il fuoco amico, che se era nemico li ammazzava quindici volte.

Mi riferisco alle polemiche che nella pace di Orvieto volano come missili. In questi giorni infuria, tanto per dirne una, la polemica su padre Benjamin. L’amico Barbatella protesta perché Cimicchi ha concesso il patronato del Comune alla manifestazione guerriglierpretesca.

Protesta giusta, sotto un profilo formale: un'Amministrazione Comunale non può impegnare il proprio nome in una iniziativa di parte, giusta o sbagliata che sia la parte. Cimicchi avrebbe potuto impegnare il suo partito, ma il Comune non è un partito, e non è di Cimicchi. Questo va detto sotto un profilo di diritto amministrativo. Ma data una botta al cerchio, mi sembra giusto anche dare una botta alla botte: di Barbatella avrebbe potuto e dovuto limitarsi a contestare la scelta sotto il profilo della corretta amministrazione, basandosi sulla sua esperienza di primo cittadino: non avrebbe dovuto entrare nel merito, e mettere in discussione la manifestazione in quanto tale.

Non avrebbe dovuto tirar fuori la storia che Saddam è un dittatore, e che in medio stat virtus, e che è meglio non schierarsi troppo da una parte sennò il corpo mistico si sbilancia. Premetto che io non sono ancora capace di distinguere un prete da un altro, e il Benjamin per me è un prete come un altro ( faccio eccezione per due preti che ho amato: Don Luigi Bollati e Dom Franzoni, che detto tra noi non rientrano nello schema del prete pretesco), e non sono molto disposto ad accettare le sue prediche; si tolga la divisa e gli annessi e connessi, prima di parlare di politica laica.

Tra l’altro, sarò pignolo, questo Benjamin mi sta anche un po’ sulle palle perché ho letto in una sua scheda biografica ( autobiografica?) che uno dei momenti salienti della sua esperienza risiede in un viaggio in aereo sui cieli dell’Iraq ( dannunzianesimo curiale…) insieme a quel rivoluzionario di Vittorio Sgarbi. Con un simile precedente, il buon prete francese dovrebbe essere accolto con qualche lancio di uova, magari benedette e con su scritto pace. Uno che va in giro con Sgarbi, diciamolo francamente, o è un esibizionista o è uno che dorme da piedi o è uno che vuole fare una rubrica a Canale 5 .

Una volta avevamo i preti operai, adesso ci toccano i preti telegenici teleafficati. Ogni giorno ha le sue ore scontate e le sue croci spuntate….. Avendo dato una botta al cerchio ed una alla botte, voglio dire che io non sono un pacifista. Me ne strafrego della pace, quando c’è una guerra in cui guerreggiano gli americani. Io sono di quelli, per intenderci, che Bin Laden non doveva mandare gli aerei sulle torri gemelle, ma sul Congresso USA, e sulla Casa Bianca.

Io sono di quelli che ( sarò all’antica) se incontro un americano gli sputo in faccia: magari sarà anche una brava persona, ma statisticamente parlando esistono 80 probabilità su 100 che sia un poco di buono. Io sono di quelli che gli inglesi fanno sempre gli affaracci loro, e che se sono laburisti sono conservatori mascherati e che stanno sempre col più forte: noblesse oblige e God save the Queen.

Io sono di quelli che si ricordano che qualche anno fa le Acciaierie di Terni ( che allora erano dell’Iri che allora era di Prodi) costruivano cannoni a lunga gittata per quel mostro di Saddam, e cercavano di farli passare per tubi d’acquedotto, e se uno lo dice la gente non ci crede, e in Tribunale non si trovano più le carte.

Io non capivo quelli che dicevano né con lo Stato né con le BR. Io non capisco quelli che dicono che il boia Bush sarebbe stato meno boia se avesse avuto l’avallo dell’Onu. Io sono di quelli che gli dicono che è antisemita solo perché pensa che Sharon sia un criminale di guerra; e che non se la sente di rispettare l’Onu ; che ha tirato fuori una quarantina di risoluzioni contro Israele ed ha fatto finta di non accorgesi che agli Israeliani le risoluzioni gli fanno un baffo.

Per questo non me la sento di essere neutrale, nella guerra tra gli angloamericani e gli irakeni. La mia coscienza mi impone di stare dalla parte degli irakeni, nonostante Saddam: perché sono state vittime di dodici anni di un embargo ammazzabambini, perché vengono assaliti dai Paesi più potenti e prepotenti del mondo; e perché chi è nemico di questi Usa è amico mio. Mi pongo una domanda personale: per questo mio ragionamento, si fa per dire, susciterò

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