editoriale

Facciamo qualche sacrificio per la Pace

mercoledì 5 marzo 2003
di + Decio Lucio Grandoni, vescovo di Orvieto e Todi
Celebrando, nell'ospedale di Orvieto, la giornata del malato, dissi che "la guerra è una malattia dell'umanità", quindi una cosa cattiva che bisogna evitare, risanando i rapporti internazionali e globali. La chiesa è sempre per la pace. I Sommi pontefici del secolo scorso hanno sempre predicato per la pace, anche in occasione dell'inizio dei due grandi conflitti mondiali. Pio X morì di crepacuore nel 1914 allo scoppio della prima guerra mondiale; Benedetto XV chiamò la guerra un'inutile strage provocando l'ira dei vari nazionalismi; Pio XII, alla vigilia della seconda guerra, disse che tutto può essere risolto con la pace, e tutto può essere perduto con la guerra.

Giovanni XXIII, proprio 40anni fa, scrisse l'enciclica "Pacem in Terris", dando le indicazioni ed esortazioni necessarie per la fine della guerra Fredda che imperversò per oltre 50anni. Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno parlato e percorso le vie del mondo, chiedendo giustizia e pace per tutti i popoli. In questi giorni Giovanni Paolo II sta lavorando, con tutte le sue forze, per evitare la nuova guerra all'Iraq.

A proposito di questo possibile conflitto la Chiesa afferma: "deve essere condannato il terrorismo di qualsiasi tipo, soprattutto quello che si basa sulla religione, e la dittatura di Saddam Hussein, che è un grande male, basata sul culto di una persona che ha provocato tante vittime e tante sofferenze per tutto il popolo iracheno".

I fautori della guerra dicono: "non fate con Saddam Hussein come fecero i governanti occidentali con Hitler", non bisogna permettergli di fare ancora del male. L'esigenza è giusta, ma domandiamo: con quali mezzi si vuole raggiungere questo fine? La guerra preventiva non è accettabile, è anti-umana e anti-cristiana. Bisogna però lavorare, tutti i paesi democratici insieme, per raggiungere, con mezzi pacifici, la liberazione dell'Iraq, che è giusta e necessaria. Le divisioni oggi presenti, soprattutto in Europa, sono un alibi per Saddam Hussein e un pericolo per la pace.

Si rischia di fare il giuco di Saddam Hussein e di George Bush, che vuole la guerra. Quindi bisogna utilizzare tutti i mezzi umani disponibili, attività diplomatica e attività dell'Onu, per raggiungere lo scopo senza le armi. Ma noi cristiani, e accanto a questa attività umana, crediamo sia indispensabile l'aiuto che può dare il Signore Dio, che influisce sul cuore degli uomini, di tutti gli uomini. Per questo la Chiesa privilegia la preghiera come strumento di Pace: preghiera e penitenza, come chiese la Madonna Santissima nelle sue apparizioni a Lourdes e Fatima.

Preghiamo dunque, e facciamo qualche sacrificio per la pace, magari aiutando chi soffre. Contribuiremo così in maniera determinate ad evitare l conflitto. E non ci saranno tanti e tanti morti innocenti. Rivolgiamoci a Maria Santissima, che invochiamo come Regina della Pace.

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