editoriale

Il tiranno Cimicchi lasci libera Orvieto dopo vent'anni di disastri

venerdì 30 agosto 2002
di Coordinamento comunale Forza Italia
La crisi del centrosinistra nazionale si riflette, inevitabilmente, anche sulla rossa Umbria e nell’orvietano. Gli attacchi dell’on Belillo alla politica affaristica dei DS orvietani e, in particolare, dei due esponenti di spicco di quella compagine, il sindaco Stefano Cimicchi e il segretario del partito Giuseppe Ricci, è clamoroso.

Ma non deve essere considerato un fulmine a ciel sereno, da mesi i sorcetti dello SdI orvietano stanno rivendicando un proprio ruolo di salvatori della sinistra orvietana, contro la minaccia del Centrodestra, e Conticelli, nella sua personale guerra di carta contro Cimicchi, è aspramente ripreso dal vicesindaco Mocio (della lista Meffi) suo amico-nemico nella Margherita.

In casi come questi la parola d’ordine è distrarre l’opinione pubblica verso altri problemi, altri capri espiatori. Bisogna conoscere il mestiere di politico di sinistra in Umbria ed avere una buona dose di faccia di bronzo per riuscirci; elementi che non mancano ai nostri politici. Allora, come il sindaco Cimicchi, che “aveva tentato di avvelenare la città e i vigneti orvietani con un enorme inceneritore produttore di diossina” (Malerba), si è fatto paladino del vivere slow e della purezza della natura della nostra città - ricordate la grande finezza dimostrata nella pièce teatrale che ha avuto luogo nel palazzo comunale, quando da grande accusato si è trasformato in accusatore e salvatore della patria? -, oggi Costantino Pacioni se la prende con l’ospedale: ma chi l’ha costruito l’ospedale; chi ne ha controllato l’attività, chi ha bandito i concorsi e baciato i vincitori, se non la sinistra orvietana insieme a quella che governa la Regione

Perché il Sindaco, novello Ulisse, si riempie la bocca di letture mal digerite e parla di Orvieto/Itaca, ma non dice nulla, insieme all’intera maggioranza di governo cittadino, insieme a Conticelli ed all’intellettuale di supporto Gianni Cardinali, dello sventramento in corso del parco della exSMEF, con relativa costruzione di un parcheggio sotterraneo? Forse perché l’Itaca di Ulisse era ‘petrosa’? Ironia della sorte: il laerteide Ulisse ha vagabondato per vent’anni prima di rivedere la sua amata Itaca; l’Ulisse nostrale, figlio di Sante e di Eufemia, è vent’anni che tiranneggia la città di Orvieto e non se ne vuole proprio andare!

Oggi il nemico è l’on. Katia Belillo (eletta dai DS orvietani) che, finalmente, ha apertamente sconfessato tale modo, dannoso, di fare politica; che “scopre - per dirla con Fausto Cerulli (editoriale Orvietonews del 28 agosto 2002) che in Umbria regna una dittatura di politici intrallazzoni, e che un segretario di partito intrallazza anche lui”. Giuseppe Ricci le garantisce che non avrà più un voto e Fausto Cerulli le chiede addirittura le dimissioni da parlamentare, affermando che avrebbe dovuto presentarsi davanti ai propri elettori, “e non importa se in qualche punto certi argomenti siano giusti” (Cerulli).

A Fausto Cerulli, che ne critica “l’acrimonia, la durezza stalinista delle critiche”, dovrebbe essere noto, che il vero elettore è Giuseppe Ricci, che ha garantito sulla fede veterocomunista/stalinista della Belillo nei confronti del popolo della sinistra, “popolo bue”, “pecore matte” (Cerulli), che vota a comando, in seggi blindati, personaggi che nemmeno conosce, piuttosto che candidati democraticamente scelti nelle proprie sedi di partito: dimentica, forse, che anche un personaggio come Di Pietro è stato eletto tra i senatori DS!

In questo ‘gioco delle tre carte’, vero e proprio teatrino della politica, desolatamente rappresentato dalla sinistra orvietana, presa dalle più squallide e banali logiche di eredità/spartizione delle ceneri del potere di Cimicchi, è inferto il colpo mortale alla già più che provata vita culturale, sociale ed economica dell’Orvietano. Forza Italia si candida ad essere partito di governo cittadino, a ristabilire rapporti dialettici duraturi e fattivi con il Governo nazionale e chiede, con forza, per il bene della città di Orvieto e dell’intero territorio comunale, le dimissioni del Sindaco e dell’intera Giunta comunale.