editoriale

Il rischio cemento incombe sotto la rupe

sabato 20 luglio 2002
di gruppo di Alleanza Nazionale
Ci corre l'obbligo di evidenziare che, a seguito del cambio di classificazione del territorio in prossimità del masso tufaceo di Orvieto (da zona A con vincolo di inedificabilità a zona E con possibilità di edificazione per ampliamento) si corre il concreto rischio di nuove costruzioni sin sulle pendici della rupe.

Ci sembra inutile ricordare come la pecularietà che rende unica Orvieto è proprio la netta separazione tra il masso tufaceo e le espansioni edilizie degli ultimi anni. Tale peculiarità fu comunque mantenuta dalle passate amministrazioni anche a costo di sofferte e dolorose (ed anche discutibili) scelte urbanistiche. Ora il nuovo piano regolatore rischia di compromettere seriamente perfino le pendici della rupe e l'immagine stessa di Orvieto e delle piu' pregiate zone circostanti.

Infatti, in estrema sintesi, c'è la possibilità concreta che vengano alla luce circa duecento nuovi manufatti sulle pendici della rupe! Se a questo si aggiungono le nuove zone B che contemplano consistenti cubature dalla zona della Badia al Parco Archeologico della Selciata e alla zona della Patarina (ove alcuni cantieri sono già in fase di completamento) lo sconcertante quadro appare in tutta la sua evidenzia. Inoltre, un'incredibile previsione di piano consentirebbe nella zona fluviale in prossimità della Svolta detta degli "orti sociali" di costruire ad un ogni proprietario di orto un annesso fino a 40 metri quadrati.

Con la paradossale possibilità che sorga un vero e proprio villaggio in prossimità delle sponde fluviali ed entro la fascia dei 150 metri dal fiume Paglia! Viste queste incredibili e sconcertanti previsioni di piano, Alleanza Nazionale preannuncia un'azione politica tesa alla modifica di tali previsioni urbanistiche ed alla salvaguardia della città interessando i ministeri competenti alla tutela paesaggistica, culturale ed archeologica circa i rischi insiti nella nuova politica urbanistica di Orvieto.

Alleanza Nazionale ricorda come l'adozione di un nuovo piano regolatore rappresenti un momento importantissimo ed una grande occasione per la vita e lo sviluppo di una città. Pertanto non si esclude la richiesta di dimissioni del sindaco se si rendesse necessaria la completa revisione e modifica di un piano che è costato una cifra enorme ed è già stato sottoposto a diverse varianti subito dopo la sua adozione e, cio' nonostante, continua a presentare innumerevoli, incredibili incongruenze.