editoriale

La morte di Samuele e la polemica con l'avvocato Taormina

mercoledì 26 giugno 2002
di Fausto Cerulli
La telenovela tragica di Cogne continua. L’avv. Grosso si è visto affiancare il noto avv.Taormina, noto per molte cose, ed ha deciso di rinunciare all’incarico; non mi piace entrare nella valutazione delle capacità professionali di illustri colleghi ( anche se Taormina, per dirla tutta, mi ha simpaticamente accusato di collusione con le BR dalle pagine di un quotidiano, pur senza fare il mio nome, e dalle stesse pagine ha leggiadramente chiesto la mia espulsione dall’ Ordine degli Avvocati.), ma il fatto che di un delitto efferato si parli solo da un punto di vista processuale mi porta a ripensare alla povera vittima.

E dunque scrivo in memoria di Samuele, di cui nessuno mantiene memoria, la distratta memoria dalle notizie dei vivi. In memoria di quel piccolo cadavere che potremmo chiamare pretesto, e di quell’individuo stroncato prima dei giochi per lasciar spazio ai giochi crudeli degli uomini.

Sì, lo so, il suo nome risuona martellante; ma risuona in maniera grottescamente indiretta: si parla della madre di Samuele, del padre di Samuele, della psichiatra della madre di Samuele, persino del Sindaco del Paese di Samuele. Ma di quello che fu, per troppo poco tempo, un fanciullo chiamato Samuele, nessuno ha tempo e voglia, o tempo o voglia di parlare o scrivere.

Sulla trincea dell’emozione combattono le fanterie dei vivi troppo vivi, ed ogni volta che leggi quel “ di Samuele” è un altro chiodo piantato su quella bara che si vuole bianca. Chi muore giace e chi vive si dà pace, e giace, Samuele, senza lasciare pace. Lasciate che i morti seppelliscano i morti, dettava quel Galileo che comandava ai figli di lasciare la madre per seguirlo; ma Samuele non ha trovato morti adatti a dargli sepoltura; e i molti vivi erano in altra smania di vita avviluppati. Per questo Samuele, ne son certo, non giace e non è stato sepolto. E’ stato solo lasciato molto solo, morto di morte come fu vivo di vita.

Forse è giusto così; forse qualcuno, anzi Qualcuno, vuole che i morti giovani abbiano storia nei vivi fatti vecchi dalla loro morte sbigottita. Muor giovane colui che al Cielo è caro: e Samuele, ma chi fu costui ?, sarà stato carissimo a quel Cielo. Per questo, lo so, anche queste righe non dicono Samuele, ma dicono anch’esse, come tutte, solo “di “ Samuele.

Per questo oggi si parla di un grosso avvocato Grosso, si parla di un Tribunale della libertà che fa il suo dovere ed anche troppo. Ma Samuele, il suo piccolo corpo, la sua morte fanciulla, il suo credito con un mondo avaro ed usuraio che fa la cresta anche sulle morti , Samuele quante altre volte dovrà morire prima che un morto ammazzato valga più di un assassino.? Non voglio intervenire su chi ha ammazzato Samuele. Però vorrei pregare un qualche Iddio di risparmiare la sua memoria, e di non fare una telenovela della sua comunque limpidissima morte. Che qualche Dio abbia pietà di noi.