editoriale

Il razzismo del capogruppo Ds di Fabro

lunedì 24 giugno 2002
di Mario Fortinelli
Le aggressioni verbali di una parte dei sostenitori della giunta del Comune di Fabro subite in occasione della pubblica assemblea di venerdi scorso non mi indurranno a recedere alla contestazione dei metodi seguiti dal sindaco e dalla maggioranza che lo sostiene e dal consorzio Crescendo per la realizzazione dell'area artigianale all'uscita autostradale.

Costoro continuano ad eludere qualsiasi risposta in merito agli espropri a prezzi ingiustificati e motivati dal presunto ed incomprensibile pubblico interesse peraltro mai spiegato. Non mi costringerà al silenzio il capogruppo dei Ds il quale, degno della migliore tradizione razzista, mi ha ripetutamente invitato a dimettermi dalla comunità di Fabro e a non intromettermi nello svolgimento della sua vita democratica essendo io nato e cresciuto in altre realtà territoriali, quindi non etnicamente puro.

Tutto cio' mentre il Comune di Fabro si appresta a creare un centro di accoglienza, per la verità giusto, per gli extracomunitari. Sicchè ad un albanese o ad un marocchino sarebbero riconosciuti diritti che io italiano non potrei accampare. Non so se questo esponente Ds rappresenta l'intera maggioranza politica, ma c'è da essere preoccupati per queste affermazioni antidemocratiche, discriminatorie ed arroganti.

Finchè ci sarà da difendere un principio di trasparenza e di giustizia non faro' un passo indietro e non mi intimoriranno nè gli attacchi personali nè le intimidazioni. L'amministrazione comunale anche a fronte delle numeorse opposizioni giudiziarie dei terreni oggetti di esproprio, azzeri tutte le iniziative amministrative assunte sin qui e lasci libera iniziativa tra i privati la realizzazione dell'area artigianale tornando a svolgere un ruolo di supporto imparziale alle altre imprese, tutte senza distinzione, rinunnciano alle imposizioni ed alle liste di proscrizione per alcune aziende.