editoriale

Una cena ed una crostata a base di...fantasia

giovedì 18 aprile 2002
di Stefano Mocio
Un cittadino scarsamente informato sui "bizantinismi" ed i "riti della politica", aprendo i quotidiani degli ultimi giorni apprenderebbe, in buona sostanza, che alcuni dirigenti politici (regionali e locali) si sarebbero "segretamente incontrati" in un pubblico ristorante", ordinando una pizza Margherita ed una fetta di crostata (il tutto, almeno spero, annaffiato da ottimi vini bianchi e rossi locali). Io che digiuno di politica non sono (anzi, leggermente in sovrappeso!) Non mi sono piccato di non aver partecipato a quella cena (ammesso che si sia realmente tenuta!). Sono convinto, infatti, che mi sarei dovuto accontentare di una pizza non perfettamente cotta e di una fetta di crostata insipida, perché impastata senza alcuni ingredienti fondamentali; senza contare poi il rischio di essere radiato dall'Associazione Slow Food perché nel consumare segretamente pasti, si è portati a mangiare troppo velocemente.

Queste convinzioni le avrei potute maturare compiendo un furtivo giro nelle cucine del ristorante, scoprendo che, proprio quel giorno, alcuni dei quattro cuochi si erano presi il loro meritato turno di riposo e che alcuni Aiuto Cuochi, invidiosi dei rispettivi capi, avevano sabotato il timer del forno e diffuso false liste di invitati. L'attentato alla dieta, poi, sarebbe stato completo se intrattenendoci nel locale più del dovuto, magari con in mano un mezzo bicchiere di muffato ed oramai onnipotenti ed invincibili, ci fossimo avventurati nella designazione delle prossime figure di Presidente della Repubblica e di Segretario Generale dell'ONU. Quello che oggi sembra utile non è recriminare di essere stato strumentalmente messo in mezzo su una questione (la successione a Stefano Cimicchi) che trovo intempestiva e che, personalmente, non mi appassiona.

E' interessante, invece, riflettere sulle reazioni ( o fribillazioni) che questo falso giornalistico ha prodotto nella dirigenza politica orvietana. A ,me sembra che, a parte qualche elemento più marginale ai processi decisionali, la dirigenza delle quattro forze di maggioranza al Comune di orvieto è stata compatta e corretta. Questo aspetto è molto importante, perché se si verificassero fibrillazioni in questa fase politica (a due anni dalla scadenza elettorale e, quindi, con il programma di governo da completare), le uniche a trarne profitto sarebbero le minoranze di destra.

In questa fase è importante che le forze politiche dell'Ulivo e della Sinistra continuino ad operare per costruire la base politica sulla quale chiedere un rinnovato consenso ai cittadini nel 2004, evitando di esternare in modi non opportuni le loro dialettiche interne. Il Consiglio e la giunta potranno, così onorare i loro impegni con gli elettori: attuare un programma di governo senza modifiche agli indirizzi della maggioranza. Nel 2004 chi, come me, ha condiviso un lungo percorso per imprimere un certo indirizzo alla vita amministrativa di questa città, potrà guardare al futuro con serenità, senza dubbio che chi verrà dopo possa smantellare la filosofia di fondo che sta alala base della "Gestione del Sistema Orvieto".