economia

Covid-19. Cna Umbria: "Servono misure anticicliche per ripartire in sicurezza"

martedì 7 aprile 2020
Covid-19. Cna Umbria: "Servono misure anticicliche per ripartire in sicurezza"

“In questa situazione di gravissima emergenza sanitaria ed economica è assolutamente indispensabile ripartire in sicurezza entro il mese di aprile, garantire liquidità a tutte le imprese, comprese quelle di micro e piccole dimensioni, e attuare misure anticicliche per tornare a crescere. Altrimenti presto ci troveremo di fronte un vero deserto”.

Ne è convinto Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria. “È indispensabile che le attività ripartano al più presto trovando il modo, caso per caso, per conciliare il lavoro con il rispetto delle misure di sicurezza, non si può restare chiusi a tempo indefinito. Ma allo stesso tempo occorre garantire la liquidità necessaria a tutte le imprese, anche a quelle di micro e piccole dimensioni che costituiscono il 95% dell’ossatura del sistema produttivo italiano, perché se moltissime attività sono sospese, non si può dire lo stesso per gli impegni verso i dipendenti e i fornitori. A questo, infine, vanno affiancate misure anticicliche per sostenere la ripartenza.

La partita è fondamentale e va giocata fino in fondo perché il rischio è di veder sparire interi comparti del nostro sistema produttivo. Sulla liquidità, le indiscrezioni sul decreto che dovrebbe uscire sulla gazzetta ufficiale martedì 7 aprile ci fanno ben sperare sulla volontà del Governo di adottare misure per consentire a tutte le imprese l’accesso a linee di credito. Dopodiché si dovrà pensare a delle forti misure anticicliche per sostenere e rilanciare i vari settori.

Uno dei comparti su cui fare leva, secondo noi, è quello delle costruzioni. Per prima cosa bisogna pensare a una sospensione del codice degli appalti e alla nomina di commissari straordinari per bypassare la burocrazia amministrativa nella quale in questi anni sono rimaste impantanate le imprese e tutta la ricostruzione post sisma. E poi andrebbero ampliati i crediti di imposta relativi agli eco e sisma bonus, trasformandoli magari in titoli cedibili al sistema bancario per incentivare tutte le opere di manutenzione da parte dei privati.

Per il settore del turismo, che insieme al trasporto persone è stato il primo a subire il primo, brusco stop, si potrebbe pensare, per tutte le famiglie italiane che nell’anno in corso sceglieranno di trascorrere le loro vacanze in Italia, di istituire un credito di imposta del 50% per importi fino a 3mila euro. Un’altra misura potrebbe essere il rilascio di un voucher per gli studenti che scelgano di effettuare uno stage o gita nel nostro Paese nel periodo estivo.

E poi c’è il settore manifatturiero, per il quale stiamo chiedendo che si vada verso un ingente potenziamento delle misure previste dal pacchetto Impresa 4.0per sostenere i nuovi investimenti già dal 2020. In Umbria stiamo chiedendo lo scorrimento delle graduatorie sui bandi regionali per finanziare tutte quelle imprese che avevano già manifestato di voler realizzare innovazioni a livello aziendale. Infine, non appena saranno ripartite le attività e durante tutta la seconda metà dell’anno, va pensata una grande campagna di rilancio del made in Italy rivolta verso quei Paesi che non sono interessati dalla pandemia.

In attesa del nuovo decreto, nel frattempo abbiamo ricevuto rassicurazioni rispetto alla nostra richiesta di innalzare a 8oo euro mensili l’indennitàprevista dal decreto Cura Italia per le imprese. Bene anche la sospensione delle imposte per i mesi di aprile e maggio, cui va affiancata la riduzione delle tasse anche attraverso il Fondo sulla svalutazione dei crediti di cui dispongono in maniera ingente tutti i Comuni.

Insomma, attendiamo con fiducia che le nostre proposte vengano accolte. Se così non fosse, in un Paese come il nostro in cui oltre il 60% dell’occupazione è garantito dalle piccole imprese, a differenza della crisi del 2008-09 – conclude Giannangeli - avremmo non solo un’altra moria di imprese, ma anche una chiusura generalizzata di comparti fondamentali del sistema produttivo e la perdita conseguente di migliaia di posti di lavoro.”