economia

Bottega, Fabbrica e Atelier nella "primavera" dell'artigianato dei borghi

mercoledì 20 febbraio 2019
di Davide Pompei
Bottega, Fabbrica e Atelier nella "primavera" dell'artigianato dei borghi

La mappatura dei principali mestieri artigianali, e dei saperi ad essi collegati, nei borghi della regione attraverso una puntuale elencazione, caratterizzazione e ripartizione geografica promosse da Confartigianato Imprese Umbria. E poi la verifica della disponibilità e l'attivazione nei borghi aderenti al progetto, ma anche la loro connessione con il sistema di mappatura sviluppato, che sarà invece compito dell'Associazione de "I Borghi più belli d'Italia in Umbria".

E ancora l'articolazione di percorsi formativi ad hoc nei borghi con la definizione di mestieri, moduli di apprendimento, durate orarie, qualifiche in uscita, a cura di Confartigianato. Sono i primi tre impegni presi da rispettivi presidenti che intendono perseguire i traguardi in primavera. È tutto contenuto nella convenzione firmata sul finire del 2018 da Antonio Luna, presidente dell'Associazione "I Borghi più belli d'Italia" e Mauro Franceschini, alla guida di Confartigianato.

Ha fatto seguito in questi giorni un documento applicativo, quello relativo al Piano di Lavoro 2019/2020, che contempla ripartizione e temporizzazione dei compiti finalizzandole alla tutela del patrimonio culturale immateriale delle piccole comunità regionali. Questo, almeno, l'obiettivo generale di quanto sottoscritto presso gli uffici regionali Confartigianato di Via Sangallo, a Foligno. Il via ai lavori ha riguardato, dall’anno in corso, la specificità dell’artigianato regionale affrontato su un duplice ambito.

Ovvero la salvaguardia identitaria dei saperi e delle sue potenzialità e la valorizzazione turistico-produttiva delle eccellenze presenti. "Questo secondo documento siglato – spiega Luna – riguarda un programma di lavoro strutturato. Le prime tre fasi saranno da completare in primavera, le restanti entro il 2020. È un progetto originale e lungimirante da portare avanti insieme per contrastare il rischio abbandono delle residenzialità e delle attività economiche nei borghi umbri".

"All’interno di un progetto più ampio che vede coinvolti diversi settori votati alla ripresa economica di questi ultimi – aggiunge Franceschini – abbiamo posto attenzione sul grande patrimonio costituito dalle attività artigianali umbre, eccellenti sia nella proposta di antichi mestieri che di nuove vie, con il fine di radicarne o incentivarne la presenza nei centri storici dei piccoli comuni". L'artigianato, dunque, come miniera di biodiversità.

Ripristinando la funzione artistico-sociale e soprattutto produttiva del settore si punta, insomma, a far incontrare il concetto storico di "Bottega", quello sviluppato di "Fabbrica" e quello moderno di spazio lavoro "Atelier" in una proposta unitaria che sia frutto di diverse e riuscite esperienze regionali. Per ognuno di essi è stato individuato, tra i borghi umbri, un modello da applicare migliorandolo. Si tratta rispettivamente di Bevagna, Deruta e Paciano.

Nel primo caso "l'artigianato medievale finalizzato a manifestazioni culturali è attrattiva tutto l’anno attraverso visite itineranti dei mestieri rappresentati". La patria dell’artigianato industriale della ceramica, sede di un Museo della Ceramica e di una Scuola di Formazione, è "espressione di come un mestiere fabbrica una comunità". Infine, la metà del Trasimeno che ha realizzato una Banca della Memoria e rifunzionalizzato un edificio pubblico come contenitore dei saperi.

Si punta a regionalizzare i modelli esistenti, adottando nuove leve di produzione e promozione, favorendo il recupero di stile, design e ingegno locale, in grado però di sposarsi con professionalità italiane e straniere che accettino la sfida di venire a produrre, in modalità ITC e 4.0 nei borghi umbri dove l’artigianato è quello delle ceramiche, del ferro battuto, dei manufatti e del tessile. Dalla lavorazione della pietra rosa al legno pregiato, c'è una competenza da trasferire alla nuove leve.