economia

CNA: "Serve una nuova filiera del credito per le micro e piccole imprese"

giovedì 18 ottobre 2018
CNA: "Serve una nuova filiera del credito per le micro e piccole imprese"

"Accesso al credito bancario? Per le micro e piccole imprese le difficoltà continuano a essere tante. Per tornare a crescere occorre puntare sull’applicazione della ‘lettera R’ della legge Bassanini e sulla costruzione di una filiera della garanzia che coinvolga i confidi, Gepafin e il Fondo centrale di Garanzia”. Lo ha detto Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria, che insieme a Fidimpresa mercoledì 17 ottobre, a Perugia, ha organizzato un confronto su “Credito 4.0. Nuovi strumenti finanziari per le imprese”, chiamando a parlarne relatori di primissimo piano, a cominciare da Federico Ghizzoni, già amministratore delegato di Unicredit Spa e ora presidente di Rothschild&Co Italia, Massimiliano Magrini, co-founder e managing partner di United Ventures, Paola d’Agostino, della piattaforma di crowdfunding Eppela, Fabio Petri, presidente di Artigiancassa – gruppo BNP Paribas, e la presidente della Giunta regionale, Catiuscia Marini.

“I dati ufficiali parlano chiaro – ha detto Giannangeli -: solo negli ultimi cinque anni i finanziamenti alle imprese artigiane hanno subito un taglio del 25%. Al contrario, per le imprese medio grandi i volumi di credito hanno ormai superato i valori pre crisi. In Umbria oltre 76mila delle circa 80mila imprese attive hanno meno di 10 dipendenti, pertanto l’accesso al credito rappresenta un problema per oltre il 95% delle imprese locali. Ecco perché oggi chiediamo alla Regione Umbria di procedere con l’applicazione della cosiddetta ‘lettera R’ della legge Bassanini: uno strumento con il quale, come già avviene in altre regioni, si realizzerebbe una filiera regionale della garanzia composta dai confidi, dalla finanziaria regionale e dal Fondo centrale di Garanzia, in grado di convincere le banche a riallentare le maglie del credito verso le imprese di micro e piccole dimensioni”.

Una tesi confermata da Fabio Petri, presidente di Artigiancassa, la principale banca di riferimento delle imprese artigiane, ma anche un imprenditore senese che ha vissuto direttamente gli effetti positivi dell’applicazione della ‘lettera R’ in Toscana, dove viene utilizzata già da diversi anni. Ma accanto al credito bancario si sono sviluppati altri canali di finanziamento a cui i vari tipi di imprese possono ricorrere. Per esempio i venture capital che, come illustrato da Massimiliano Magrini, “investono in imprenditori capaci di rimodellare i settori attraverso la tecnologia, aiutandoli nella crescita a livello internazionale”.

Paola d’Agostino, della piattaforma Eppela, ha affermato come il reward crowdfunding è uno strumento utile alla realizzazione di nuovi progetti e soprattutto alle neo imprese, spesso considerate non bancabili. Cna Umbria farà partire a novembre, proprio in collaborazione con Eppela, un progetto pilota dedicato alle neo imprese. Dello scenario nazionale e internazionale ha parlato Federico Ghizzoni. “I fondamentali dell’Italia sono solidi. Il fatto che, nonostante tutto, nel panorama mondiale l’Italia continui a essere da tanti anni il secondo Paese manifatturiero dopo la Germania e sieda al tavolo insieme alle economie più forti al mondo, è la dimostrazione che il tessuto produttivo nazionale è solido. Ma gli investitori, costituiti soprattutto dai fondi pensione americani, hanno bisogno di chiarezza. Vogliono sapere cose semplici: l’Italia vuole restare nell’euro oppure no? Ci sono le coperture per la manovra? Quali sono le misure per la crescita? Rispondiamo a quelle domande e gli investitori torneranno ad acquistare i nostri titoli di Stato. Lo spread non è un’invenzione, è una cosa concreta, e il suo incremento produce danni alle imprese e al Paese”.

L’intervento conclusivo è stato quello della presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini. "Il nostro obiettivo - ha affermato la governatrice - è quello di sostenere ed aiutare le imprese che possono crescere dimensionalmente, senza però mai abbandonare tutto il sistema di imprese micro, di attività professionali, artigianali ed economiche molte delle quali rappresentate in Umbria proprio dalla Confederazione nazionale dell’artigianato, che per le loro specificità continueranno ad avere dimensioni ridotte, ma non per questo però non facenti parte del nostro tessuto economico e produttivo. Dunque, dobbiamo avere strumenti normativi e finanziari ‘intelligenti’ che ci consentano di fare le due cose. E per questo la Regione Umbria farà la sua parte, come ha già fatto in questi anni, condividendo con voi e con tutte le associazioni di categoria strategie e scelte”.

 Per la presidente Marini il tema principale resta però quello dell’accesso al credito: “occorre rimettere le piccole imprese ed i loro organismi mutualistici - ha affermato Marini - al centro della scena facendo sì che l’accesso alla garanzia pubblica passi proprio per quei soggetti, i Confidi, che aggregano le imprese e che ne supportano le relazioni con le banche. Per questa via contiamo di ottenere diversi effetti che riteniamo potranno essere positivi per ricondurre lo strumento del Fondo nazionale di garanzia per le PMI alla sua missione originaria è cioè quella di essere infrastruttura al servizio delle politiche industriali per la tenuta e la crescita delle piccole imprese; rafforzare la filiera della garanzia pubblico-privata attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento dei Confidi e degli altri intermediari finanziari vigilati; ridurre quindi il razionamento del credito  nei confronti delle PMI e ottenere migliori condizioni sul mercato del credito grazie alla sostanziale ‘voucherizzazione’ dello strumento che può consentire al Confidi di affiancare l’impresa non solo nell’iter burocratico di accesso alla garanzia pubblica, ma anche nel possibile utilizzo della garanzia stessa per consentire alle imprese di poter negoziare con le banche mettendole in concorrenza rispetto all’ammontare ed la costo del credito”.

Sempre sul tema dell’accesso al credito, con riferimento all’Umbria, la presidente Marini ha voluto ribadire che “per la nostra regione forse più che in altre realtà territoriali il tema dell’accesso la credito è centrale nelle politiche di sviluppo che abbiamo perseguito nel corso degli ultimi anni. Per non andare troppo lontano nel tempo è utile dare conto dei risultati ottenuti con gli strumenti messi in campo con l’ultima programmazione dei fondi strutturali”. “Sfatando luoghi comuni che troppo spesso condizionano il dibattito circa l’utilizzo delle risorse comunitarie in generale e quelle destinate allo specifico delle piccole imprese. Per quanto riguarda gli strumenti finanziari, la Regione Umbria nella passata programmazione ha utilizzato tutte le risorse assegnate, pari a 22,5 milioni di euro di risorse pubbliche e circa 10 milioni di risorse private aggiuntive”.

   La presidente ha quindi ricordato come l’utilizzo di questo volume di finanziamenti pubblico privati ha comportato il rilascio di:

  • 61,8 milioni di euro di garanzie dirette;
  • 5 milioni di interventi di riassicurazione;
  • 18, milioni di interventi sul capitale di rischio.

"Tutto ciò – ha proseguito Marini - ha consentito alle imprese destinataria di beneficiare di un’attivazione complessiva pari a 163 milioni di euro di finanziamenti addizionali essendo queste risorse finalizzate all’attivazione di nuova finanza. Pensiamo si tratti di un risultato positivo che abbiamo inteso replicare nella programmazione attuale attraverso un complesso di interventi con un nome che racchiude l’ambizione del programma di essere parte di un percorso di modernizzazione dell’apparato produttivo ‘Umbria Innova’  su cui pensiamo di arrivare ad investire oltre 35 milioni di euro su quattro principali categorie di strumenti: un fondo di garanzia su rischi di insolvenza per le operazioni più strutturate; un fondo di riassicurazione destinato a garantire l’operatività dei confidi  soprattutto sulle operazioni dimensionalmente più piccole; un fondo per la concessione di prestiti partecipativi collegati quindi alle performance delle imprese beneficiarie; un fondo per gli interventi sul capitale di rischio delle imprese ovvero su strumenti ibridi di patrimonializzazione quali presti obbligazionari convertibili”.

"Stimiamo che – ha detto infine la presidente - questo possa consentirci di attivare almeno 140 milioni di euro di risorse finanziarie addizionali a favore soprattutto delle piccole imprese. Una strumentazione disponibile proprio partire dallo scorso 10 ottobre grazie ad una specifica piattaforma informatica messa a disposizione dal raggruppamento Umbria Innova costituito dalla finanziaria regionale Gepafin Spa e da Artigiancassa spa banca di riferimento delle micro e piccole imprese artigiane partecipata da BNL Gruppo BNP Paribas e dalle Confederazioni nazionali dell’artigianato".