economia

Fusione Cro-Bpb. Le domande dei risparmiatori, le risposte di Stefano Moretti

martedì 8 agosto 2017
Fusione Cro-Bpb. Le domande dei risparmiatori, le risposte di Stefano Moretti

"In questi giorni sono sono stati pubblicati numerosi comunicati delle varie associazioni sindacali che rappresentano i lavoratori della Banca popolare di Bari, il cui contenuto esprime forti perplessità per le modalità con cui è stato deciso di avviare il piano di ristrutturazione del gruppo bancario attuando il piano industriale che la Banca aveva recentemente comunicato in modo formale anche a firma del D.G. della Cassa di Risparmio di Orvieto.

Vorremmo chiedere al nostro consulente dr. Moretti un parere su alcuni aspetti procedurali che, a nostro avviso, non sono affatto secondari visto come si sta sviluppando la vicenda; questo a prescindere da valutazioni di merito sul piano stesso a sulla trasparenza dei comportamenti.

Nel piano il D.G. dava per scontata la fusione per incorporazione; parte della riduzione del personale in C.R.O. era dovuto alla soppressione della duplicazione delle figure di direzione, come è possibile applicarlo se la Fondazione ha potere di blocco e si oppone?

La BPB ha poteri di coordinamento e controllo che le consentono di procedere su C.R.O. senza formulare uno specifico piano industriale e, su questo, quali sono i poteri del socio di minoranza qualificata?

In che modo la Fondazione può tutelare il valore della sua partecipazione?

Ci sembra che un chiarimento su questi punti possa aiutare tutti ad avere consapevolezza delle dinamiche in corso e soprattutto aiutare a capire le prospettive future della C.R.O. e del valore delle azioni.

A maggior ragione ora che anche la regione Umbria ha deliberato all'unanimità una specifica commissione per fare chiarezza su comportamenti passati e ruolo della Cassa di Risparmio di Orvieto sul territorio, inviando alla commissione parlamentare di inchiesta i risultati.

Noi siamo personalmente convinti che per evitare i pesanti impatti di una necessaria ristrutturazione non ci si debba sempre ridurre all'ultimo giorno, vedi trasformazione in SPA, nuova piattaforma di negoziazione,etc , ma pianificare per tempo evitando di dire sempre che va tutto bene.

Sarebbe, peraltro, interessante conoscere i motivi della recentissima cartolarizzazione di circa 728 M€ di crediti in bonis apparsi sulla gazzetta ufficiale del 15 luglio e dotati di rating da parte di due agenzie specializzate".

Associazione Praesidium - Comitato Risparmiatori CRO-BPB

 

"Il quesito, per essere esitato, va preliminarmente ricondotto al comunicato UILCA (UIL Credito) –Segreteria Nazionale-- in riferimento ad un accordo sindacale sottoscritto da Banca Popolare di Bari/CRO e Fabi, FISAC/CGIL, Unisin e UGL Credito, ma non da UIL e CISL, rilasciato il 6 agosto u.s..

Appare evidente che il dissenso di parte rilevante del Sindacato di settore, intacca l’efficacia dell’accordo e conduce, necessariamente, ad altri successivi tavoli di cui dovremo necessariamente attendere i risultati per la definizione di un quadro valutativo più stabile, dovendosi considerare un piano industriale condiviso come “conditio sine qua non” di un percorso di riforma e ristrutturazione dell’istituto pugliese come vitale in un contesto della stessa estremamente ed assolutamente critico, sia in termini correnti, a causa della totale stagnazione del titolo, e della insignificanza dei risultati di esercizio, sia in termini prospettici, dovendosi considerare ormai prossima la sentenza della consulta sull’illegittimità costituzionale, che appare ai più assolutamente manifesta, della norma di favore sul diritto di recesso di cui al D.L. 3/2015.

Ci troviamo, quindi, in una fase ancora mediata della definizione di piano e dell’attivazione dei suoi indirizzi strategici nella quale, però, è intervenuta la firma del Direttore Generale della C.R.O. che potrebbe supporsi, in prima istanza, conseguenza di improvvido procedere anticipatorio di non avvenuta fusione per incorporazione la quale, tra l’altro, per dichiarata posizione della Fondazione CRO, non ha, allo stato, alcuna possibilità di transito. In realtà, il D.G. potrebbe aver agito non tanto per intempestiva valutazione sull’esito del procedimento di fusione ma in considerazione di una lettura estensiva, non consentita a parere dello scrivente, e pertanto supposta giuridicamente insussistente, della funzione di direzione e coordinamento che si presume assunta da parte di Banca Popolare di Bari nei confronti di CRO ma che in realtà, facente fede prova contraria, non appare in alcun modo assentita dal vigente Statuto dell’Istituto orvietano e del ruolo intervenuto di mero procuratore speciale di Bari, non sostitutivo né esaustivo dell’autonomia direzionale e gestionale della banca orvietana.

Permane, di conseguenza, in capo al socio di minoranza qualificata, cioè la Fondazione CRO, la possibilità di esercitare ogni utile azione di merito e di tutela, non esclusa quella di responsabilità, nei confronti di coloro i quali, siano essi il C.d.A. ovvero il Direttore Generale, procedano in maniera inconferente rispetto ai disposti statutari e di legge, così come per la B.P.B. di procedere ad un piano industriale definitivamente individuato ed in grado di sostenere, almeno in parte, il quadro di pesanti ed evidenti difficoltà attraversate dalla banca pugliese, a tutela anche degli azionisti della stessa, compresi i risparmiatori ed investitori intermediati dalla CRO".

Dr. Stefano Moretti