economia

La Prima Commissione incontra i sindaci dell'area interna dell'Orvietano

mercoledì 15 giugno 2016
La Prima Commissione incontra i sindaci dell'area interna dell'Orvietano

Si è riunita mercoledì 15 giugno nella sala del consiglio comunale di Montecchio per un confronto con i sindaci dell'area interna dell'Orvietano, la Prima Commissione Consiliare presieduta da Andrea Smacchi. Dagli interventi sono emerse le numerose difficoltà del territorio, dallo spopolamento alla carenza dei servizi, dalla mancanza di occupazione all'invecchiamento demografico, dalle pessime condizioni del mando stradale alla banda larga fino alla sanità.

Alla riunione ha preso parte anche l'assessore Fabio Paparelli che ha illustrato le misure regionali integrative del sostegno per l'inclusione attiva (Sia). Tra i commissari Raffaele Nevi (FI), Valerio Mancini e Emanuele Fiorini (Lega Nord) e Maria Grazia Carbonari (M5S). Oltre al sindaco di Montecchio, Federico Gori, erano presenti anche i sindaci di Orvieto Giuseppe Germani, di Guardea Giampiero Lattanzi, di Allerona Sauro Basili, di Lugnano in Teverina Gianluca Filiberti, di Porano Giorgio Collo, di Ficulle Gian Luigi Maravalle, di Parrano Valentino Filippetti, di Alviano Giovanni Ciardo, di Penna in Teverina Stefano Paoluzzi, oltre ai vicesindaci di Giove Elisabetta Pevarello e di Attigliano Leonardo Fazio.

"Questa - ha spiegato il presidente Smacchi, nell'introdurre i lavori - è la seconda riunione itinerante della commissione, dopo Castiglione del Lago. Qui affrontiamo i problemi legati alle aree interne e all'utilizzo delle risorse della programmazione comunitaria. La strategia delle aree interne è essenziale, ma dobbiamo lavorare insieme. Da qui al 2020 abbiamo a disposizione un miliardo 586 milioni di euro della programmazione comunitaria, di cui 700 dell'Unione europea, 500 dallo Stato e 238 dalla Regione.

Risorse che devono servire per il rilancio e lo sviluppo dell'Umbria. Nella precedente programmazione abbiamo avuto un effetto leva da 7 a 10 volte rispetto ai fondi pubblici investiti. Quindi, se saremo bravi, riusciremo a mettere in circolo circa 10 miliardi nei prossimi 5 anni, incrementando il nostro pil di circa il 10 per cento l'anno. Il problema è il cofinanziamento, ma stiamo studiando strumenti per i problemi legati al credito. Serve confronto e concretezza per velocizzare la pubblica amministrazione, migliorare i servizi e recuperare risorse".

I problemi emersi. I sindaci hanno evidenziato le numerose difficoltà del territorio, dallo spopolamento alla carenza dei servizi, dalla mancanza di occupazione all'invecchiamento demografico, dalle strade colabrodo alla banda larga fino alla sanità. Dagli interventi è emersa l'importanza dell'area interna, le cui risorse e i progetti saranno fondamentali per mettere in rete i servizi e per agire sulle criticità, a partire dalla necessaria sinergia sul turismo, sulle politiche dei trasporti e sulla rete scolastica. E per gestire in maniera omogenea le emergenze del territorio. In molti hanno sottolineato le difficoltà di amministrare i territori marginali, definiti dal sindaco di Montecchio Gori “aree interne delle aree interne".

"La strategia delle aree interne – ha detto - è rappresentativa di questi territori e la bozza su cui stiamo lavorando delinea un'ancora di salvataggio”. I piccoli Comuni, è stato detto, hanno storia, tradizioni e patrimoni che affascinano i turisti. Questo territorio è un punto strategico perché è la porta sul Lazio. Dobbiamo incentivare il turismo verde e puntare sullo sviluppo sostenibile che deve avere una regia regionale. Molti interventi hanno sottolineato che se si vuole puntare sull'area interna, soprattutto dopo il fallimento delle fusioni tra comuni, bisogna mettere insieme le funzioni e i servizi, così da favorire lo sviluppo.

Dal canto suo, il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani ha sottolineato come grazie all'area interna “20 comuni hanno imparato a lavorare insieme, facendo massa critica dal punto di vista istituzionale, e puntando su asset precisi, come il distretto turistico degli etruschi”. L'area interna è una grande opportunità anche per rispondere alla crisi.

Gli interventi.

Raffaele NEVI (Forza Italia) ha sottolineato come “i soldi ci siano, il problema è riuscire a spenderli bene e in fretta. Per questo sono fondamentali la progettazione, le idee e relazioni. Anche per attrarre nuovi investitori”.

Valerio MANCINI (Lega nord), riprendendo la sollecitazione di Maria Antonietta Selvaggia, la responsabile del centro antiviolenza L'Albero di Antonia, che chiedeva la possibilità di alloggiare le donne maltrattate che devono uscire da casa, ha detto che “se il prefetto trova posto a 50
immigrati deve trovar posto anche a delle madri che hanno subito violenza”.

L'assessore Fabio PAPARELLI ha ricordato la necessità di “chiudere rapidamente la transizione di carattere istituzionale, anche per i servizi pubblici e le partecipate. L'agenda urbana e le aree interne hanno un primo elemento positivo nel costringere comuni e regione alla coprogettazione. Le aree interne riusciranno a contribuire a ridisegnare nuovi scenari di sviluppo della regione. Il nodo fondamentale dell'Umbria è creare lavoro e sviluppo. La lotta alla povertà si fa anche con l'aumento dei posti di lavoro. Per questo per le politiche industriali i primi avvisi pubblici ad essere stati attivati sono quelli sui progetti di ricerca, sull'innovazione, sulle aree di crisi e sull'efficientamento energetico delle imprese. Abbiamo 60 milioni di euro per promuovere l'occupazione.

Abbiamo messo a disposizione 13 milioni di euro per portare la banda larga in tutte le aree industriali della nostra regione. In Giunta abbiamo preadottato il testo unico sul turismo in cui la promozione avverrà come brand Umbria e che prevede un nuovo modello di accoglienza turistica”. L'assessore Paparelli ha poi illustrato le misure regionali messe in campo per il sostegno al Sia.

Scheda Sia

Il SOSTEGNO DI INCLUSIONE ATTIVA è una misura nazionale di contrasto alla
povertà che prevede la predisposizione per i beneficiari di un progetto
personalizzato di inclusione sociale e lavorativa sostenuto dalla offerta di
servizi alla persona. Il Sia introduce il principio di 'universalismo
selettivo' nell'accesso, secondo criteri di valutazione della condizione
economica in base all'Isee.

Le risorse nazionali del FONDO PER LA LOTTA ALLA POVERTÀ E ALL'ESCLUSIONE
SOCIALE ammontano ad un totale di complessivo di 760 milioni di euro per il
2016, che verranno aumentate a un miliardo di euro per il 2017. Il ministero
del lavoro e delle politiche sociali stima che le risorse stanziate per il
2016 saranno sufficienti a raggiungere 290mila nuclei familiari che versano
in condizione di povertà assoluta. Si stima che all'UMBRIA saranno assegnati
8 milioni 373mila euro per il 2016 e 11 milioni 18mila euro per il 2017. I
dati forniti dall’Inps regionale riferiscono che in Umbria i nuclei
familiari con figli minori ed un Isee pari o inferiore a 3mila euro sono
6mila 363, dati 2015.

COS'E'. Il Sia è una misura di contrasto alle povertà che si compone di due
interventi, uno passivo (erogazione di un contributo economico) ed uno attivo
(adesione ad un programma sociale e lavorativo) che prevede l’obbligo di
affiancare al beneficio economico un progetto di attivazione sociale e
lavorativa da parte del destinatario. Il Programma operativo nazionale (Pon)
finanzia la parte attiva, i Fondi nazionali finanziano la parte passiva. Gran
parte delle risorse del Pon (circa 85 per cento) viene ripartita ai territori
per rafforzare i percorsi di accompagnamento, di attivazione e di
reinserimento lavorativo dei nuclei famigliari beneficiari del Sia. Le
risorse Pon assegnate alla Regione Umbria ammontano a 18 milioni di euro per
l’intera programmazione. Di tali risorse fino ad un massimo del 10 per
cento andranno a supportare le azione dei Centri per l’impiego. Gli
interventi che potranno essere attivati con tali risorse riguardano: il
rafforzamento dei servizi di presa in carico e lo sviluppo di una Rete
integrata di interventi che coinvolga altre agenzie pubbliche ed enti no
profit del territorio. Per esempio: l'implementazione del segretariato
sociale, il rafforzamento delle competenze degli operatori ed il
rafforzamento delle strutture informatiche, del servizio sociale
professionale al fine di creare le equipe multidiscilplinari (assunzione a
tempo determinato di assistenti sociali, psicologi operatori del centri per
l’impiego educatori).

L'INTEGRAZIONE REGIONALE del Sia è pari a 10 milioni 625mila euro per il
periodo 2016-2020, impiegabili direttamente in azioni di politica attiva che
contemplano anche un trasferimento di risorse al destinatario finale. Tali
azioni sono rivolte ad una platea di destinatari finali diversi da quella del
Sia: persone adulte anche senza figli minori con reddito fino a 6mila euro
l'anno, non occupati e che non hanno usufruito della misura Sia, con
riconoscimento della condizione di vulnerabilità da parte dei servizi
competenti.

LE CIFRE. La misura prevede 5 milioni di euro per il sostegno
all’occupazione di disoccupati e inoccupati, 5 milioni 625mila 800 euro per
l'inclusione sociale e la lotta alle povertà. È rivolto alle persone che
per diversi motivi sono presi in carico dai servizi sociali per i quali si
rende necessario attivare percorsi di empowerment. Nel periodo 2016/2020
questo intervento raggiungerà 1.172 persone in condizione di vulnerabilità.
L’importo annuo della misura è pari a 4mila 800 euro pro-capite, cifra
comprensiva dell’attività di tutoraggio e accompagnamento al lavoro.

I SOGGETTI COINVOLTI nel Sia sono: il soggetto attuatore Inps, che riceve le
richieste dalle zone sociali e autorizza il pagamento del beneficio
economico; beneficiari sono comuni e zone sociali, mentre il soggetto
erogatore è Poste Italiane; infine gli organismi del Terzo settore o enti
privati operanti nelle politiche sociali.