economia

Orvietonews.it, figli di una rivoluzione a 56k

venerdì 29 aprile 2016
Orvietonews.it, figli di una rivoluzione a 56k

Con il modem che faceva “crrr crrr” e il Nokia piazzato sulla scrivania. Era questa la connettività di primo millennio quando Orvietonews.it sbarcava “sulla rete” esplorando un mondo tutto da scoprire. In un certo senso ci voleva coraggio, almeno il coraggio di realizzare “a mano” ogni pagina, ogni contenuto. Non c’erano sistemi automatici. O meglio: non c’era la “piattaforma di editoria personale” che si riassume nel nome del più comune WordPress.

Insomma, mano all’html e vai col tango. Tutto rigorosamente a 56k e poi qualche anno dopo l’ISDN, i mitici 128k e la scatola bianca della Telecom attaccata nel muro. Insomma, di strada ne ha fatta Bartali, di strada ne abbiamo fatta un po’ tutti specialmente a Orvieto dove l’innovazione è di casa sotto ai mosaici del Duomo.

Pensare ai primi anni di Orvietonews.it e al mestiere del giornalista-online è ricordare un foglio di carta vicino allo schermo per ribattere le dichiarazioni. Era il comunicato stampa che si prendeva nel cassetto dell’edicola Carbonari perché l’email ancora non tutti sapevano usarla. Non c’erano le mail che inondavano la casella di posta elettronica e qualche volta per pubblicare un articolo si bussava alla porta della redazione, si chiedeva permesso e si usava l’arcaica locuzione “per favore”. Soprattutto: se non c’era lo scanner le foto non si pubblicavano.

Tanti, tanti ricord. Ricordi senza il “copia e incolla”, perché c’era sempre Giulio Ladi che quando scendeva a prendere il caffè ti bussava alla porta e ti ricordava “Le notizie si scrivono” e poi aggiungeva: “Ti ho inviato la mail dell’editoriale, copiala senza sbagliare”. Era lui il primo editorialista di Orvietonews.it

Oggi è l’internet day è il giorno che celebra tante, probabilmente tutte, queste esperienze nel ricordo della prima connessione internet. Si scriverà che internet ci ha cambiato la vita,che tante innovazioni nascono da quel primo clic, e via discorrendo. Tutto accettabile, anche il paradosso di non poter più fare a meno di essere connessi.

Sinceramente non si potrebbe nemmeno rinunciare alle fatidiche frasi dei nonni e delle nonne “on-line” quelli che alla morte del loro Nokia “in bianco e nero” sono stati obbligati a scoprire tutto d’un botto il touch screen con tanto di Facebook pre-installato nel nuovo smartphone. “Ho chiamato su internet ma non vi trovo”, adattamento al testo: ho cercato sul motore di ricerca il vostro sito.

Aneddoti di una nuova generazione di “internauti”, di quelli che una ventina di anni fa dialogavano così: “Il mi fijo lavora su internet” dice la madre, “Signore mio! Farà avanti e indietro tutti i giorni col treno” risponde l’amica. E forse è proprio questo il bello di internet, il treno. Che poi dentro la parola Internet ci sono giuste giuste le lettere per scrivere la parola Treni.

Ed è proprio paragonando l’internet di oggi alla sua storia e alle esperienze dei “nonni online” che si percepisce la grandezza e la rivoluzione della rete. Internet è l’unico di quei treni che puoi prendere a qualsiasi stazione della tua vita, ribaltando il mondo e la speranza di tante persone.