economia

Trentini (Cisl): "Giubileo della Misericordia, occasione per un turismo di qualità"

giovedì 17 dicembre 2015
Trentini (Cisl): "Giubileo della Misericordia, occasione per un turismo di qualità"

In una città a vocazione religiosa come Orvieto, il Giubileo della Misericordia potrebbe essere oltre che un momento importante di spiritualità anche ragione per rilanciare il turismo di qualità e non del mordi e fuggi. Ne è convinto il responsabile della Cisl di Orvieto Raffaello Trentini secondo cui lo sviluppo del territorio orvietano, e non solo di Orvieto, passa prima di tutto da una rivoluzione culturale, da un modo di concepire l’energia, la gestione dei rifiuti e dei servizi, oltre ai grandi temi delle eccellenze come l’agricoltura di qualità e la manifattura, che sappia ripensare le colonne portanti di una realtà in prospettiva.

“In un mercato globalizzato, nel quale la crisi si è fatta sentire con un certo ritardo nei nostri borghi a causa di limiti strutturali – sostiene Trentini- è necessario pensare a certi temi con occhio rivolto al futuro e meno ai risvolti elettorali. Servono cabine di regie, almeno regionali, che sappiano trovare modi e tempi per entrare nel merito di questioni che non possono rimanere in mano ai singoli campanili”.

Da una parte, quindi, la sempre più necessaria produzione di ricchezza e quindi di occupazione, dall’altra il deficit energetico fondamentale anche per il rilancio di un turismo moderno e di qualità. "Anche se – aggiunge il responsabile della Cisl - non dobbiamo sottovalutare le conseguenze delle scelte e quindi dimenticare che i mezzi che ci hanno permesso di approvvigionarsi di energia più pulita, come i pannelli fotovoltaici, prima o poi dovranno essere smaltiti in maniera ecosostenibile”.

A preoccupare Trentini, “in una ripresa che se arriverà sarà anch’essa in ritardo rispetto alle altre realtà umbre, c’è la questione della tassazione". Una pressione fiscale, che tra il livello nazionale e quello regionale e locale, colpisce i cittadini per circa il 55 per cento dell’entrate. Inaccettabile: è noto, infatti, che se questa supera il 40 per cento favorisce la recessione. Figuriamoci una percentuale così alta.