economia

Tione, si prospetta la strada del fallimento, i lavoratori insorgono

giovedì 27 novembre 2014
Tione, si prospetta la strada del fallimento, i lavoratori insorgono

lavoratori della Tione di Orvieto, a seguito dell’assemblea sindacale del 26 novembre, denunciano agli organi d’informazione e alla comunità locale e regionale che si è ormai giunti alla fine di un doloroso percorso, durato più di un anno durante il quale si sono ricercate soluzioni per superare il concordato in atto attraverso un rilancio produttivo da parte di nuovi soggetti imprenditoriali.

"Ad oggi - srivono in una nota Flai Cgil Terni, Camera del Lavoro di Orvieto e lavoratori della Tione -, nonostante sia stata depositata presso il Tribunale di Terni una proposta concordataria da parte di un nuovo soggetto imprenditoriale in data 1 ottobre, non si è avuto nessun pronunciamento da parte dell’autorità giudiziaria. L’aggravante di tutta questa situazione è dovuto dal fatto che per venerdì 28 è previsto l’inizio dello smantellamento del più importante impianto (linea 3), senza la quale il valore dello stabilimento sarà pressoché azzerato".

"Il tutto - denunciano i sindacati - sta avvenendo senza che i lavoratori abbiano chiaro quale ruolo abbia svolto in questo periodo il commissario giudiziario, visto che con il passare dei mesi la situazione economica della Tione è precipitata, compreso il mancato pagamento degli stipendi maturati duranti il periodo del concordato!"

A nulla sono serviti i numerosi incontri istituzionali (Prefetto, Sindaco, Assessore Allo Sviluppo economico Regione Umbria) "durante i quali l’attuale proprietà rappresentata da Alessandro Lucrezio, ha mostrato il vero volto, quello di un personaggio senza scrupoli che ha soltanto l’interesse di salvare lo stabilimento di Claudia per interessi alquanto dubbi!" evidenziano anccora Flai Cgil Terni, Camera del Lavoro di Orvieto e lavoratori della Tione.

"Il tempo - chiudono le parti sociali - è ormai scaduto, chiediamo che tutti i soggetti istituzionali che possono intervenire, di farlo entro le prossime ventiquattro ore. Passato questo tempo ogni soluzione sarà ormai superata dai fatti. L’unico esito possibile sarà quello della chiusura di questo sito produttivo e dell’ennesimo schiaffo ad un territorio già martoriato e ai lavoratori e alle loro famiglie che rimarranno senza prospettiva alcuna, considerato che senza reddito lo sono già da oltre un anno".

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