economia

Approvata la mozione per la promozione dell'agricoltura sociale

giovedì 1 agosto 2013
Approvata la mozione per la promozione dell'agricoltura sociale

Creare una rete intorno a coloro che fanno agricoltura sociale, un gruppo di lavoro che lavori al disciplinare e al marchio. Questo l'obiettivo della mozione presentata da Marco Moscetti e Anna Rita Mortini (Pd) approvata all'unanimità dal consiglio comunale in materia di agricoltura sociale. Più precisamente il consiglio ha deciso di promuovere un tavolo di lavoro, coinvolgendo le associazioni di categoria del settore quali: Confagricoltura, CIA, Coldiretti, Libera, AIAB, Rete Slow Food, Coop Sociali e quanti altri possono apportare un contributo per stabilire i requisiti sociali ed agricoli dei progetti di Agricoltura Sociale; un registro di imprese che promuovono Agricoltura Sociale; l'individuazione dei criteri per la promozione di un marchio specifico per i prodotti derivanti da Agricoltura Sociale e la promozione dei prodotti derivanti da imprese di Agricoltura Sociale, con la collaborazione delle associazione di categoria del settore, presso la rete commerciale e di ristorazione del territorio comunale; e poi concedere i terreni di proprietà dell'Ente, a titolo gratuito o con un affitto simbolico, alla realizzazione di progetti di Agricoltura Sociale.

"L'Agricoltura Sociale che è oggetto di proposte di leggi sia a livello nazionale che regionale - ha sottolineato Moscetti - interviene a sostegno della produzione di salute di azioni di riabilitazione/cura, dell'educazione, della formazione, dell'organizzazione di servizi utili per la vita quotidiana di specifici gruppi di utenti (agri-asili, servizi di accoglienza diurna per anziani, riorganizzazione reti di prossimità per la cura ed il supporto alla vita di anziani), nonché nella creazione di opportunità occupazionali per soggetti a più bassa contrattualità. Inoltre, valorizza le potenzialità co-terapeutiche dell'interazione con i viventi, mette a disposizioni luoghi e facilita l'incontro con gruppi di persone dove potenziare le capacità individuali e la vita di relazione delle persone coinvolte. Vede attive imprese e famiglie agricole, cooperative sociali, associazioni di volontariato, strutture pubbliche, nell'avvio di iniziative inclusive legate alla gestione di processi produttivi agricoli. Gli utenti dell'agricoltura sociale sono persone con disabilità fisiche, psichiche e mentali, giovani con difficoltà nell'apprendimento o nell'organizzare la loro rete di relazioni, soggetti con svantaggio sociale e a bassa contrattualità, con dipendenze da droghe, disoccupati di lungo periodo, burn-out, malati terminali, anziani, bambini in età scolare e prescolare. Si lega ad un modello di welfare municipale che basa sulla professionalità e sull'azione pubblica di regolazione e salvaguardia i suoi punti essenziali, ma che, allo stesso tempo è capace di integrare nell'organizzazione delle reti formali di servizi le azioni delle reti informali basate sul principio di responsabilità, sulla presa in carico e sullo spirito di comunità. Infine, promuove un modello di agricoltura più vicino alle esigenze del territorio, dei suoi abitanti e dell'ambiente, e guarda con attenzione alla responsabilità ed all'impegno dei consumatori nella selezione dei propri comportamenti di acquisto".

"Da ultimo - ha osservato - L'indagine conoscitiva sull'agricoltura sociale, presentata lo scorso 4 luglio alla XIII Commissione della Camera, ribadisce: ‘...Per le istituzioni pubbliche favorire lo sviluppo dell'agricoltura sociale rappresenta un interesse non solo etico, ma anche economico. Infatti, in termini economici, investire nelle fattorie sociali è motivo di ottimizzazione dei costi, perché consente alle persone, attraverso il lavoro, di passare dalla condizione di soggetto assistito alla condizione di soggetto attivo della società, dall'essere un costo all'essere una risorsa. Al contempo, le pratiche di agricoltura sociale offrono un rilevante contributo allo sviluppo del territorio e delle comunità rurali, in quanto creano nuove opportunità di reddito e di occupazione, offrono concrete prospettive di inclusione sociale per soggetti vulnerabili, generano servizi per il benessere delle persone e delle comunità, migliorano la qualità della vita nelle aree rurali e periurbane, creano beni ‘relazionali'. In generale, i soggetti partecipanti all'indagine hanno ampiamente illustrato come l'agricoltura sociale, più che una forma di diversificazione aziendale, rappresenta una possibile forma di economia e di agricoltura « civile », dove i meccanismi del mercato, del dono e della reciprocità operano in forma combinata nella regolazione degli scambi locali tra i membri della comunità'. Il Comune di Orvieto ha la proprietà di diversi terreni agricoli che possono essere utilizzati dunque, come avviene in altri Comuni italiani, per le finalità dell'Agricoltura Sociale".