economia

La Carta Unica di Boston, ovvero il Boston City Pass. Ma a vincere è la carta di casa nostra

lunedì 14 gennaio 2013
di Claudio Bizzarri
La Carta Unica di Boston, ovvero il Boston City Pass. Ma a vincere è la carta di casa nostra

Come presidente della Carta Unica mi correva l'obbligo di vedere cosa ci fosse anche dall'altra parte dell'Oceano di simile alla nostra Carta e di confrontare le offerte: c'è sempre la possibilità di imparare ed un pizzico di modestia non guasta mai, anzi... sarebbe bene che diventasse una moda diffusa e che il confronto pubblico ne fosse parte integrante.

Comunque, s'è detto Boston, una delle città culturalmente più attive degli States, con una concentrazione di università e college da far paura, fra questi basterà citare Harvard, il MIT (Massachusetts Institute of Technology), la Boston University, ecc. Nella stessa area insiste anche il Gordon College, che ad Orvieto ha un suo programma di studi all'estero.

Nel 1635 venne istituita la Boston Latin School, la prima scuola secondaria pubblica che ancora opera in città, nel 1780 la prima costituzione dello Stato, nel 1876, prudentemente, i Bostoniani ci dicono che Graham Bell presentò il primo apparecchio telefonico (non si cita Meucci), e questo solo per citare alcuni elementi utili alla comprensione della vitalità di Boston anche nel passato; si tratta quindi di una città estremamente attiva, nella quale si respira un bel mix globalizzante, nella sua migliore accezione.

Boston ha voluto facilitare i visitatori che anche nei freddi mesi invernali non mancano ed offre una Carta Unica che include 5 delle più importanti attrazioni: uno dei maggiori musei d'arte del Paese, il Museum of Fine Arts, del quale riparleremo a breve per la mole di materiali archeologici che provengono da Orvieto, il New England Aquarium, la piattaforma spettacolare della Sky Tower Observatory, il Museum of Science, palestra inimmaginabile per le menti dei giovani, il Natural History Museum di Harvard.

Va detto che, anche se il confronto è difficile tipologicamente, il bilancio è ampiamente a favore della carta di casa nostra, che, come sapete, annovera quasi per intero le proposte culturali di Orvieto, e ciò soprattutto per i costi: la Boston City Pass viene 49 $, circa 36 euro, contro i 18 del prezzo pieno della C.U., che prevede anche sconti per studenti ed over 65. E' infatti con estrema soddisfazione che la C.U. può vantare un incremento di vendite sotto Umbria Jazz Winter, rispetto agli anni passati, risultato davvero eccezionale tenendo presente la situazione da araba fenice, essendo risorta con le proprie forze dopo la devastazione subita dalla biglietteria dello Scalo. In quell'evento sono andati perduti tutti i materiali pubblicitari e le attrezzature per l'emissione dei biglietti: approfitto dell'occasione per ringraziare ancora i volontari che si sono adoperati per la ripulitura dei locali e chi ha consentito, col proprio impegno (coop. Luigi Carli, Speleotecnica s.r.l., volontari veri e propri), di non lasciar morire questa importante realtà cittadina, sempre più apprezzata da chi visita Orvieto.