economia

1° maggio. Negozi aperti si, no, forse. Sindacati e commercianti sul piede di guerra. A Orvieto ordinanza chiara

venerdì 29 aprile 2011
di Monica Riccio
1° maggio. Negozi aperti si, no, forse. Sindacati e commercianti sul piede di guerra. A Orvieto ordinanza chiara

Aprire o non aprire, questo è il dilemma. E' un vero e proprio dilemma la questione che riguarda l'apertura degli esercizi commerciali in tutta Italia durante la giornata del 1° maggio. Da una parte ci sono i commercianti che vorrebbero far fruttare la giornata festiva, tradizionalmente favorevole al turismo, dall'altra i lavoratori che di lavorare in giorni di festa non ne possono più.

Supermercati, ipermercati, ma anche piccole e medie attività, ormai propongono l'apertura festiva dei propri punti di vendita un po' per andare incontro alla sempre più crescente domanda dell'utenza, un po' per consolidare la propria presenza nei territori. Così, a suon di comunicati stampa e ordinanze, in tanti, sindacati compresi, i sindaci di Firenze, Torino e Roma (dove però la giornata deve tener conto dell'importante evento di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II) hanno provato a darsi una linea di condotta, scontentando comunque qualcuno.

A Orvieto la situazione non è diversa. Nonostante infatti esista una apposita ordinanza, e una successiva modifica, la questione della apertura e chiusura degli esercizi commerciali, nei giorni festivi, continua a far scontrare tra loro gli operatori.

In pratica è consentito tenere aperto tutto l'anno, di domenica e festivi, nel centro storico (tutta la zona PUC), nelle frazioni (Benano, Sugano, La Rocca, Torre San Severo, Botto, Prodo e Titignano) e nei borghi (Canale, Colonnetta di Prodo, Canonica, Osarella, Bagni, San Faustino). Non è consentita l'apertura domenicale e festiva a Ciconia e Sferracavallo per le cui zone la recente nuova legge regionale non riconosce la valenza turistica. Per quanto riguarda Orvieto Scalo le associazioni di categoria e i sindacati hanno rinunciato ai superfestivi in cambio della possibilità di estensione del periodo di apertura domenicale dal 15 marzo al 31 luglio invece dei soli 3 mesi come previsto per il resto della regione.

L'ordinanza prevede e contempla quindi la possibilità di apertura, seppur non in tutto il territorio comunale, pertanto la questione 1° maggio è da ricondursi a problematiche di gestione del lavoro. E' infatti da più parti sollevata la questione dei dipendenti, specie delle piccole attività dove non è possibile spesso una efficace turnazione, che sarebbero costretti a lavorare di domenica e nei festivi. I sindacati sono infatti sul piede di guerra e si annunciano iniziative atte a cercare una soluzione che possa far contenti tutti. Nell'attesa di una precisa regolamentazione, molti saranno i comuni che ricorreranno all' "ordinanza fai da te".