economia

CO.RE.COM.: Il valore dell'indipendenza delle autority

venerdì 24 settembre 2010
di Valentino Filippetti - consigliere Co.re.com. Umbria

Si è recentemente svolto a Roma un importante incontro tra i presidenti dei Consigli regionali e i rappresentanti dei Corecom di tutte le regioni italiane nel corso del quale si è convenuto di affrontare le molte questioni cruciali che interessano il settore delle comunicazioni soprattutto a livello locale. Ricordo che nel nostro Paese il settore delle comunicazioni vale circa 80 miliardi di euro e conta 800 mila addetti di cui il 40% impiegato nelle 500 emittenti locali.

Il settore è investito, al pari di altri, della grave crisi economica che si associa ai grandi cambiamenti in atto derivanti, innanzitutto, dalla transizione al digitale terrestre. Questo processo sta mettendo a dura prova la tenuta dell'intero settore a causa di un un crollo generalizzato degli introiti pubblicitari e l'aumento dei costi d'investimento necessari all'adeguamento degli impianti analogici. E' facile dunque prevedere che in futuro, a fronte di una maggiore disponibilità di frequenze e canali si riduca il numero di emittenti sul mercato con la conseguente contrazione del pluralismo informativo di questo Paese. Per questa ragione uno dei primi obiettivi emersi nell'incontro romano è stato quello di individuare le più efficaci forme di sostegno e tutela delle emittenti locali, che rappresentano un punto di riferimento prezioso nell'ambito dell'informazione locale territoriale. Emittenti che, come detto, attraversano gravissime difficoltà.

Il mondo delle comunicazioni, dunque, sta affrontando una radicale trasformazione che obbliga la politica ad una rinnovata attenzione. Come ha ribadito il Presidente Calabrò nel corso della presentazione della Relazione annuale dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, i Comitati regionali per le comunicazioni (Co.re.com.) rappresentano "l'ultimo miglio", il local loop del governo delle comunicazioni, per la loro vicinanza al cittadino, e per la loro capacità di realizzare al meglio la prossimità delle garanzie, dei servizi e dei diritti fondamentali riconosciuti dall'ordinamento delle comunicazioni.

Pertanto, l'attività dell'Autorità volta a rafforzare i Co.re.com. significa avvicinare al cittadino i centri decisionali e accrescere la possibilità di accesso a una serie di servizi. Significa, in termini generali, realizzare il principio di sussidiarietà, previsto dalla nostra Carta Costituzionale e dal Trattato europeo, che mira a garantire che le decisioni siano adottate il più vicino possibile al cittadino, verificando che l'azione da intraprendere a livello locale.

Negli ultimi anni il ruolo delle Autority è cresciuto notevolmente al punto che in assenza di vere e proprie politiche industriali, le loro decisioni hanno creato standard e quindi conseguenze economiche rilevanti. I Co.re.com. hanno però per troppo tempo vissuto di luce riflessa e le classi dirigenti territoriali non si sono sempre dimostrati all'altezza delle sfide di governo dei processi di riorganizzazione territoriale del sistema della comunicazione. Spesso, a livelle locale, si rincorrono processi con una cultura ottocentesca. Ma questo primo confronto diretto tra i presidenti dei Consigli regionali ed i Co.re.com. può essere visto come un primo atto importante in grado di realizzare quelle sinergie essenziale per affrontare le sfide che abbiamo di fronte, a partire dalla omogenizzazione della leggi regionali sia per quanto riguarda gli assetti che le funzioni.

I Co.re.com insieme alle Assemblee legislative regionali dovranno, quindi, avere la lungimiranza di lavorare congiuntamente per portare a soluzione questioni strategiche come: la transizione al digitale, la revisione delle linee guide sul monitoraggio e l'esigenza di una nuova legge quadro nazionale di sistema che tuteli il pluralismo e i cittadini utenti.