economia

Presentato il Rapporto economico e sociale dell’Umbria 2005-2006: spesa pubblica più alta della media nazionale, pressione fiscale più tenue, alta la media degli anziani e degli immigrati

giovedì 5 luglio 2007
Un’Umbria in “movimento in tutte le sue articolazioni e in mutazione”, che si confronta con le nuove sfide, si connota per una spesa pubblica maggiore rispetto alla media nazionale che le consente un recupero dei suoi punti contradditori in materia di internazionalizzazione e per la ricerca e sviluppo. Una regione che ha punti di forza nella politica redistributiva delle istituzioni e in una pressione fiscale più tenue. Sotto l’aspetto demografico e sociale, una regione che si conferma tra le più “anziane” d’Italia, seconda solo alla Liguria, continua a caratterizzarsi quale area di insediamento stabile per gli immigrati, con una percentuale molto significativa di nati stranieri; in essa la spesa delle famiglie è impegnata quasi per la metà nei servizi e per circa un terzo del totale nella voce “casa e abitare”. Sono alcune delle tendenze che emergono dal “Rapporto economico e sociale dell’Umbria 2005-2006” elaborato dall’Agenzia Umbria Ricerche e presentato questa mattina a Perugia, nel Salone d’Onore di palazzo Donini, ai rappresentanti delle forze economiche, sociali e delle istituzioni nel corso di un convegno concluso dall’assessore regionale alla Programmazione Vincenzo Riommi. Dal rapporto, ha rilevato il presidente dell’”Aur” Claudio Carnieri, “emerge una regione che sta cambiando pelle, raccogliendo le sfide della contemporaneità, che reagisce in modo diverso, per ritmi e per velocità, nell’impresa e nella società. Una regione – ha detto – nella quale è in corso un processo di modernizzazione sociale, nei linguaggi e negli stili di vita, nelle dinamiche familiari e di lavoro, nella quale tuttavia gli effetti di trazione derivanti dalle piccole dimensioni, dagli equilibri e dalle rassicurazioni del passato sono ancora molto forti e pesano anche città per città. Con questo Rapporto, il primo studio organico sulle relazioni dell’Umbria con le altre regioni, abbiamo voluto offrire – ha aggiunto – piste di ricerca per una società regionale che si sta confrontando con processi nuovi e in cui emerge la necessità di individuare linee di politica economica già sottolineate nel Patto di sviluppo”.

Il rapporto AUR in sintesi