economia

Acque minerali. Al più presto una legge di riordino e l'innalzamento dei canoni per le aziende di imbottigliamento: è la richiesta del capogruppo dei Verdi e civici Oliviero Dottorini

domenica 20 maggio 2007
“Mentre l’Umbria si prepara ad affrontare l’emergenza siccità, continuano ad aumentare i prelievi della risorsa idrica da parte di aziende di imbottigliamento che rivendono quello stesso bene con ricarichi esorbitanti. E’ un vero e proprio insulto all’equità e a una corretta gestione delle risorse ambientali”. Il capogruppo regionale dei Verdi e civici Oliviero Dottorini commenta così i dati che emergono dalla Relazione sull’utilizzazione delle acque minerali e termali relativa all’anno 2006, in base alla quale si evidenzia un aumento del 7 per cento rispetto all’anno precedente della produzione di acque minerali nella nostra regione. "E’ necessario passare subito a un aumento sostanzioso dei canoni per le aziende che imbottigliano e mettere mano a una legge di riordino - afferma Dottorini. - Se si pensa che il costo dell’acqua per le aziende di imbottigliamento è la metà di quanto pagano i cittadini per un bene che utilizzano per gli usi quotidiani e vitali, si ha il quadro di una situazione che a nostro avviso non è più sostenibile. L’acqua che le aziende pagano poco più di una lira al litro, i cittadini se la ritrovano negli scaffali del supermercato a 400 lire, con ricarichi che non hanno pari in nessun altro settore merceologico. La piccola Umbria con i suoi diciassette marchi e con un miliardo e 133 milioni di litri imbottigliati rappresenta una delle realtà più significative in campo nazionale, ma i canoni sono fermi dal 2001 a 50 centesimi di euro ogni mille litri. Pertanto occorre dar seguito al più presto a quanto contenuto nel Dap 2007, che prevede l’innalzamento dei canoni, anche per dare al settore regole economiche in grado di ridurre la sperequazione tra gli utili stratosferici delle industrie e gli introiti concessionari della Regione". "Tra l’altro - continua Dottorini - le indicazioni emerse dal Tavolo tecnico delle Regioni italiane hanno stabilito i parametri minimi e massimi dei canoni sia per i quantitativi di acqua che per i diritti di superficie. Neanche a dirlo, l’Umbria si posiziona al livello più basso. E’ giusto ricordare che il livello più alto prevede canoni di prelievo pari a 2 euro, vale a dire quattro volte superiori a quelli attualmente applicati dalla nostra regione. L’acqua è un bene comune ed esauribile, non può essere trattato come una qualunque merce e deve rimanere disponibile innanzitutto per le popolazioni e i cittadini". "E' bene ricordare - continua il capogruppo dei Verdi e civici - che sulle acque imbottigliate si fanno affari giganteschi, con campagne pubblicitarie costosissime che inducono i consumatori a rinunciare all’acqua dei rubinetti, notoriamente sottoposta a controlli più severi e frequenti. Come Verdi e civici ribadiamo la necessità che si vada al più presto alla definizione ed approvazione di una legge di riordino del settore che preveda un aumento sostanzioso dei canoni concessionari accompagnato da campagne di sensibilizzazione al risparmio e all’uso corretto e consapevole dell’acqua pubblica”.