economia

Crisi dell'Orvieto Doc. Cia e Unione agricoltori insieme per rilanciare il settore

venerdì 26 gennaio 2007
Non è certo da sottovalutare la crisi dell'Orvieto Doc, che si è manifestata con una certa rilevanza nel nostro territorio determinata, essenzialmente, da una produzione notevolissima che non riesce ad essere assorbita dal mercato. Un mercato peraltro confuso, per la mancanza della fascetta di garanzia, che permette di immettere nelle vendite in modo ambiguo ulteriore vino che con l'Orvieto Doc non ha nulla a che fare. In pratica, dopo aver incoraggiato per anni la politica di produzione dei vini IGT, fondati prevalentemente su vitigni non autoctoni, l'Orvietano si trova ora a fare i conti con una politica di marketing molto debole per quanto riguarda la molto prodotta Doc. Né basta, secondo le confederazioni agricole e alcuni produttori, l'istituzione della fascetta, che il Consorzio orvietano di Tutela dei vini ha annunciato per la metà di febbraio. Bisogna anche attivare, come hanno sottolineato le confederazioni locali dell'agricoltura e alcuni produttori, strategie concrete ed efficaci che, oltre a tutelare gli agricoltori del settore vitivinicolo, mirino a una maggiore e più qualificata identificazione della città di Orvieto come città del vino. Per cercare soluzione a questa crisi si sono oggi riunite l'Unione agricoltori e la Cia di Orvieto, rispettivamente presiedute da Roberto Poggioni e Giampiero Rosati. Gli esiti della riunione, che si è svolta in un clima cordiale e collaborativo, mettono in evidenza come sia necessario analizzare accuratamente i fattori che hanno portato il settore vitivinicolo a questa situazione, e i produttori di vino dell’orvietano a resoconti economici che non sempre è facile far quadrare. Cia e Unione agricoltori manifestano inoltre la volontà di andare avanti con questo tavolo comune e di renderlo periodico per un proficuo confronto. “Un tavolo – affermano - che non ha certo l’obiettivo di sovrapporsi ad altri organi che operano nel settore vitivinicolo, ma che desidera essere un punto di confronto per i produttori agricoli, che devono spesso sottostare ad esigenze di altri soggetti che, pur operando nel medesimo settore, non sempre hanno interessi comuni a quelli degli agricoltori veri e propri”. Apprezzata, nel corso dell'incontro, l’imminente utilizzazione della fascetta di controllo, che tuttavia non esime dalla necessità di individuare programmi a medio e lungo termine tali da garantire il futuro di chi è intenzionato a rimanere nel settore vitivinicolo. Data l’importanza economica e sociale della viticoltura per l'Orvietano, Cia e Unione agricoltori si augurano una sempre più efficace collaborazione programmatica con le istituzioni pubbliche. Secondo le due confederazioni occorre, viste le potenzialità del territorio, un approccio differenziato, per promuovere il vino di Orvieto in tutte le sue espressioni. “In questo senso – affermano i due presidenti Rosati e Poggioni - è stato apprezzato l’operato del Consorzio di Tutela, che sta avviando iniziative in linea con le esigenze dei viticoltori. Queste iniziative, sono fondamentali in questo momento non solo per il settore in questione, ma come volano per l’economia del territorio nel suo complesso”.