economia

I risultati di un progetto sperimentale sulla coltivazione del lino per produrre mangimi e linoleum: non esaltanti, ma potrebbe essere una prospettiva

venerdì 22 settembre 2006
La Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana ha partecipato, nei mesi scorsi, al progetto sperimentale messo in campo della Regione dell’Umbria e finanziato dal PSR 2000-2006 promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltura dell’Umbria e realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia : “Lino per la produzione industriale di mangimi e linoleum”. Il progetto, partendo dal presupposto che la coltivazione dei semi di lino è scarsamente praticata in Italia, al contrario di ciò che accade in altri Paesi Europei, intendeva verificare se la coltivazione di tale seme può rappresentare un’alternativa interessante per l’agricoltura umbra in modo che si abbia la possibilità di diversificare le produzioni agricole regionali verso colture in grado di dare ai produttori un reddito adeguato stabile. Il progetto ha coinvolto quattro aziende agricole che hanno presentato i risultati della coltivazione autunno - vernina del lino in pieno campo, e dai risultati ottenuti è emerso che nelle nostre zone esistono, per questa coltivazione, le condizioni favorevoli sia climatiche che ambientali. All'iniziativa hanno inoltre partecipato due aziende con sede in Umbria, e precisamente la Mignini e la Tarkett, leader rispettivamente nella produzione dei mangimi e del linoleum, che hanno manifestato un grande interesse per una potenziale produzione regionale di questa coltura. La Comunità Montana ha partecipato alla sperimentazione riservando alla produzione e semina del lino un ettaro di terreno nel comune di San Venanzo, vicino al paese di San Vito in località “Palara”. Purtroppo la stagione particolarmente piovosa ha compromesso in parte la riuscita del progetto e il raccolto si è rivelato inferiore alle aspettative. Si tratterà dunque di proseguire la sperimentazione anche nel prossimo anno, sperando in una migliore stagione meteorologica. Il progetto, comunque, nella sua totalità ha dato risultati positivi ed accettabili mettendo in evidenza il dato che il lino in Umbria è un esempio concreto di integrazione di filiera, per cui si auspica che la Regione, attraverso il 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria e la Cia, possa continuare il lavoro di sperimentazione per almeno altri due anni, in modo da poter dare agli agricoltori umbri una prospettiva reale e tangibile di coltura di filiera in alternativa anche alla coltura del tabacco.