economia

Il Consorzio agrario Terni-Rieti rischia la chiusura. In agitazione i Sindacati Confederali

giovedì 23 febbraio 2006
Dopo quindici anni di procedura di liquidazione con innumerevoli proroghe e tre Commissari liquidatori da tre anni a questa parte, nominati dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero dell'Agricoltura, il Consorzio Agrario Interprovinciale Terni-Rieti, con gli innumerevoli centri operativi presenti nei territori delle due province (Orvietano, Amerino e Narnese per quanto riguarda il territorio di Terni), vedrà scadere l’esercizio provvisorio il prossimo 31 marzo, senza che nel frattempo sia stata individuata una qualche strada per salvaguardarne l'operatività. Lo rendono noto con preoccupazione i tre segretari provinciali di FLAI/CGIL TERNI Fausto Galanello, FISASCAT CISL TERNI Francesco Di Antonio, UILTUCS/UIL TERNI Maurizio Marini, sottolineando tra l’altro la progressiva perdita di occupazione rispetto alle 55 unità occupate negli anni ‘90. “Una struttura forte e determinante nel panorama agricolo del nostro territorio sia in termini di servizi resi all'imprenditoria del settore che nella fornitura di prodotti e tecnologie con effetto di calmieratore dei prezzi – affermano tra l’altro - basti ricordare che negli anni 80/90 questo Consorzio controllava all'incirca il 35% del mercato nelle due province." Le tre organizzazioni sindacali giudicano questa incertezza che si profila tanto più grave, considerando che da tre anni operano tre Commissari di nomina ministeriale che - si dice in un comunicato - "con una indennità al netto dei rimborsi di 2500 € mensili a testa, avrebbero dovuto guidare il Consorzio verso una via di uscita che ne salvaguardasse ruolo e funzione sul territorio, nell'interesse di qualche migliaio di imprese agricole e dell'occupazione diretta ed indotta che riguarda alcune decine di persone." “Invece – continuano i tre responsabili delle OO.SS. confederali - poco o nulla si è fatto nella difesa e nel recupero di un mercato soggetto a progressiva erosione e nessuna conclusione sembra certa dopo altalenanti e fumose ipotesi di fusioni o cessioni ad altri Consorzi affacciatesi in questi anni. Insomma tra poco più di un mese scade la procedura e, ancora prima, verranno a mancare i soldi per gli stipendi. Cosa si pensa di fare? C'è qualcuno che ha una qualche idea? Forse è bene che ce lo si venga a dire, visto che da mesi chiediamo degli incontri a cui non abbiamo avuto alcuna risposta.” Intanto le organizzazioni sindacali, per rendere nota apertamente la preoccupazione per il futuro delle maestranze e per le conseguenze di una eventuale chiusura di questa struttura, hanno proclamato lo stato di agitazione delle maestranze presso tutte le strutture territoriali del Consorzio e, vista la latitanza al confronto dei Commissari, è stata chiesta anche la convocazione di un tavolo presso l'Ufficio del Lavoro di Terni. Stefano Olimpieri, uno dei tre commissari liquidatori, assicura dal canto suo che si sta lavorando a trovare una soluzione nell'interesse degli 11 attuali impiegati e della salvaguardia della struttura che, in effetti, ha una funzione di consulenza e di calmiere dei prezzi. La proroga al 31 marzo che è stata assegnata a fine dicembre potrebbe, a suo avviso, scandire il reperimento della soluzione desiderata.