economia

Il marketing come elemento di svolta per l'industria vitivinicola ed enologica umbra

venerdì 2 dicembre 2005
"Supportare il sistema delle imprese, cercando di interpretare le esigenze di un settore che svolge una funzione di primo piano, sia in termini di ricchezza prodotta che di promozione dell'immagine complessiva del territorio".
Così il presidente di Unioncamere Umbria, Adriano Garofoli, ha sottolineato il valore del marketing e della conoscenza del mercato vitivinicolo ed enologico mondiale, aprendo al teatro Mancinelli di Orvieto il convegno “Il mercato internazionale del vino visto dai suoi protagonisti”, al quale hanno preso parte anche 24 giornalisti specializzati di 15 diversi paesi che stanno partecipando alla 25esima edizione Banco di assaggio dei Vini d’Italia di Torgiano.

Garofoli ha sostenuto la necessità, per le imprese umbre del settore, spesso caratterizzate da una dimensione medio-piccola, di investire nella comunicazione. "Il punto da cui partire è la consapevolezza che ormai saper produrre vini di qualità non è più sufficiente - ha spiegato - se a questa capacità non si accompagna un'efficace azione di marketing anche in riferimento ai profili e alle tendenze dei comportamenti dei consumatori. Le prime risposte su come far fronte a queste carenze strutturali del sistema non possono che derivare dalla attuazione di forme di collaborazione e di aggregazione a livello territoriale e di categoria e, contemporaneamente, dalla ottimizzazione delle risorse evitando inutili dispersioni tra una miriade di soggetti ed iniziative estemporanee e frammentate".

La scelta di Unioncamere, dunque, è stata quella di promuovere un'analisi approfondita, basata su dati oggettivi e compiuta con le necessarie competenze specialistiche, affidata ai principali protagonisti dei due principali mercati di riferimento delle esportazioni vinicole italiane, quali sono la Germania e gli Stati Uniti.
Le relazioni principali sono state affidate, infatti, a Maria Neve Spina, della Wine consulting and communication, esperta del mercato tedesco, e a Leonardo Lo Cascio, presidente di Winebow Inc. di New York.

"Io sono qui per imparare - ha affermato il sindaco di Orvieto, Stefano Mocio - la nostra amministrazione ha bisogno di questo tipo di iniziative per capire come indirizzare le proprie risorse a sostegno dell'industria enologica, che è il primo comparto produttivo del territorio orvietano, per fatturato e numero di addetti. La riflessione sul marketing diventa fondamentale nella definizione delle linee di sviluppo della filiera e mettere a sistema gli investimenti pubblici e quelli delle imprese ".

Di cambiamento epocale per il mercato nazionale e umbro ha parlato il rappresentante del Consorzio per la tutela dei vini di Orvieto, Barberani. "Ci sono nuovi competitors, regioni emergenti e nazioni in via di sviluppo, oppure che si affacciano per la prima volta nel panorama mondiale. Brasile, Argentina, Cile, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda stanno aggredendo il mercato. E spesso le nostre imprese non hanno il know how per competere in un'ottica globale".

Il produttore ed enologo Riccardo Cotarella ha stimolato gli altri produttori umbri: "Abbiamo investito molto sulla qualità delle produzioni, colmando un gap con altri paesi. Ma abbiamo sottovalutato il marketing, la conoscenza professionale dei mercati, l'orientamento alle esigenze dei consumatori. Ad Unioncamere rivolgiamo, dunque, la richiesta di trasformare questo convegno, che ha raccolto ad Orvieto protagonisti della produzione enologica umbra ma anche grandi interpreti provenienti da Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Marche, Abruzzo, in un appuntamento fisso annuale. Per le cantine umbre, per i produttori sarebbe una grande opportunità per acquisire know how e competenze fondamentali nei mercati del Terzo Millennio".

Puntare sulla personalità dei vini e l'immagine Umbria