economia

I DS al lavoro per il rilancio dell'economia territoriale

sabato 17 settembre 2005
Sono da qualche tempo al lavoro all’interno del loro partito, per dare un contributo fattivo al rilancio dell’economia del territorio, i Democratici di Sinistra dell’Orvietano, con una commissione formata da Posti, Rocchigiani, Galanello, Capoccia, Trappolino, Mortini e Formiconi. L’obiettivo è quello di istituire un “cantiere permanente” di programma e di sviluppo: per questo è stata intrapresa una fitta agenda di incontri con le forze sociali e imprenditoriali, le organizzazioni di categoria e i sindacati. Sul tappeto, i temi legati alla situazione economico-produttiva e occupazionale dell’area.

“Quello che emerge dai diversi comparti – annotano i DS – è la pressante richiesta di rimodulare il modello di sviluppo locale, necessità imposta dalle trasformazioni dei flussi di servizi e di merci dell’economia mondializzata, dalle sfide competitive, dalla riduzione delle risorse nazionali ed europee. La crisi strutturale che ha pesantemente colpito il settore produttivo nazionale (si è parlato espressamente di “declino industriale”) si è dunque riverberata anche nel territorio orvietano, sferzando la capacità di spesa delle famiglie e i progetti imprenditoriali. Il governo di centro-destra ha aggravato le criticità esistenti e, talora, ha accelerato la caduta verso il basso della qualità del lavoro, della competitività e del potere d’acquisto dei salari. Dopo aver subito il peso della recessione, l’Italia è ferma, paralizzata da una crisi di cui sempre più lontana appare la via d’uscita. Pessimismo e incertezza aumentano nelle famiglie, le nuove generazioni rischiano di diventare le vittime di una generale sfiducia”.

Secondo i DS la situazione non può essere affrontata con scorciatoie o, peggio, con interventi di “programmazione creativa”, ma è necessario rilanciare il metodo della concertazione per coinvolgere, nell’elaborazione di un grande piano di rilancio dell’economia, le forze produttive, sociali, imprenditoriali, dei servizi, del credito e del terzo settore: e questo sia a livello nazionale che locale.
I punti focali del “cantiere di programma e di sviluppo” dell’Orvietano possono essere, secondo quanto individuato e proposto dai Democratici di Sinistra, i seguenti:

a) rafforzamento del settore manifatturiero attraverso l’adeguamento delle reti infrastrutturali e con l’innesco di processi di innovazione e infrastrutturazione tecnologica;
b) potenziamento delle aree industriali e artigianali e conseguente sviluppo delle reti viarie;
c) sviluppo di servizi reali e di qualità alle imprese (anche al fine di sostenere progetti di internazionalizzazione);
d) Formazione continua e permanente, strutturata secondo diversi livelli (da quella professionale all’universitaria) e legata ai profili professionali necessari alle attività produttive;
e) Pieno sostegno alla filiera Turismo-Ambiente-Cultura in una prospettiva di stretta integrazione tra i diversi comparti. Sia per orientare i processi di adeguamento delle aziende agricole alla nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria), sia per valorizzare i centri storici, le culture e le specificità locali (agricole, zootecniche, artigianali, culturali, ambientale);
f) Sostegno alle aziende agricole attraverso la creazione di un Marchio d’Area per i prodotti di qualità e la diversificazione produttiva a cui collegare la produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse, eolico, solare, ecc.);
g) Priorità accordata al principio-guida della sostenibilità ecologica nella valutazione dei progetti di sviluppo territoriale;

Questi indirizzi potranno essere attuati solo all’interno di politiche di area vasta – affermano i DS - per superare il gap proprio della piccola dimensione: si tratta dunque di una scelta strategica “imposta” dall’esigenza di poter lavorare su una consistente massa critica, e quindi di poter promuovere aggregazioni tali da sviluppare economie di scala competitive; in questo senso, il “Nuovo patto” intende inaugurare una nuova stagione di rapporti istituzionali che riconoscano l’Orvietano, anche attraverso adeguate misure, come campo di innovazione e di sperimentazione economica e sociale.