economia

Dai colloqui di Montegabbione quali prospettive di comunicazione web per i piccoli comuni

domenica 19 giugno 2005
di Laura Ricci

I colloqui di Montegabbione, che si svolgono ogni anno nello splendido complesso architettonico della locale Scarzuola, hanno proposto, nella decima edizione di sabato 18 giugno, una giornata di discussione dedicata al ruolo della comunicazione e delle tecnologie informatiche in zone, come l’Alto Orvietano, che ben si possono considerare periferiche e, rispetto alla “rapida via” della banda larga, marginali e chissà quando e come “raggiungibili”. Il discorso, centrato sull’Umbria, ha tuttavia spaziato attraverso una serie di questioni nazionali e globali che lo hanno proiettato non solo nel contesto locale, ma in prospettive ben più ampie, sia di costume sociale e culturale che di sviluppo tecnologico. Punto di partenza le ricche e allettanti promesse, non sempre credute e comprese, della società dell'informazione: strade di trasmissione sempre più veloci e ampie, territorio coperto e collegato con ogni angolo del pianeta; scuole, anche nei piccoli paesi, con accesso ai saperi più lontani purché utili; malati che potranno trasmettere o ricevere on line i loro dati da/verso medici e ospedali; anziani che evaderanno le proprie pratiche da casa; professionisti e aziende che anche da angoli remoti svolgeranno le loro attività attraverso il telelavoro; informazione globale on line a 360 gradi, dal Medio Oriente alla borsa di New York, al proprio territorio.
I Colloqui di Montegabbione 2005, coordinati da Karl-Ludwig Schibel, hanno discusso di queste promesse e del loro contenuto di realtà per le zone periferiche e i centri minori con Stefano Kluzer, coordinatore nazionale per i Centri di competenza e-government, con l'architetto Nicola Beranzoli della Regione Umbria, responsabile della Pianificazione del territorio, con Paolo Baroni, presidente del consorzio SIR (Sistema Informatico Regionale), con Eugenia Franzoni del GNU/Linux User Group Perugia. Ad introdurli alcuni rappresentanti degli enti organizzatori: il sindaco di Montegabbione Marco Spallaccini, il presidente del Gal del Trasimeno-Orvietano Fausto Prosperini, il presidente della Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana Valentino Filippetti.

Nonostante le generalizzate promesse, la preoccupazione è che, pur se qualcosa sta accadendo, ci si trovi certo molto lontani dal superamento di quel digital devide che agisce sia a livello socio-culturale che tecnologico. Interessanti, a questo proposito, i dati riportati e analizzati da Stefano Kluzer a partire da un’indagine ISTAT del 2003.
Dal punto di vista dell’accesso puramente tecnologico – adsl, banda larga – il digital devide è per l’Umbria del 16%, più alto rispetto all’11% dell’Italia confrontata all’Europa ma, forse insospettabilmente, minore rispetto a regioni come Piemonte, Veneto, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna che, proprio per essere state dotate prima di linee telefoniche, le possiedono ormai meno adatte alla successiva modernizzazione; forse insospettabilmente il digital devide tecnologico è minore al sud.
Dal punto di vista socio-culturale, invece, discriminanti ad alta incidenza appaiono l’età e l’istruzione, con punte massime e minime nell’utilizzo di internet che vanno dal 43% delle famiglie con minorenni al 2% di quelle di soli anziani, dall’80% degli studenti e dal 65% dei professionisti al 27% di operai e apprendisti, per accentuarsi ancor più nelle casalinghe. Il gap di genere non esiste nell’età giovane, si apre, a svantaggio del genere femminile, pur se in modo non eccessivamente consistente, nella fascia di età tra i 35 e i 50 anni.
Le implicazioni diventano importanti, specie in considerazione del programmato espandersi dell’e-government, ossia dei servizi telematici al cittadino; o del programmato “sogno”, per l’Umbria, di ovviare allo spopolamento dei borghi con il loro collegamento on line ai servizi meno prossimi e con un’economia incentrata sulla filiera turismo-produzioni tipiche-cultura che dalla comunicazione on line, a vari livelli, non può prescindere.
Non resta che una strada: mettere al centro l’"utilizzo dell’utilizzatore", creare necessità e motivazione per la comunicazione web, con scelte amministrative o aziendali coraggiose che si accompagnino alle necessarie azioni di qualificazione o alfabetizzazione degli utilizzatiri-utenti e alla capacità degli intermediari – gli sviluppatori – di sviluppare tecniche di utilizzo semplici.

Che fare, invece, dal punto di vista delle infrastrutture, della pianificazione telematica del territorio? L’architetto Beranzoli, responsabile della pianificazione territoriale regionale, ha ben spiegato come ormai, sin dal 2000, nel concetto di PUT (Piano Urbanistico Territoriale) rientri anche il territorio digitale, tanto che per scelta dei singoli comuni i fondi provenienti dalla cosiddetta legge Bucalossi, destinati alle opere di urbanizzazione, possono, percentualmente, essere impiegati per la digitalizzazione territoriale. Certo, con il monopolio Telecom e la ferma decisione di questa azienda di non programmare adsl per i centri minori, la marginalizzazione dei piccoli comuni sembrerebbe senza scampo. Buono tuttavia l’annuncio che, in conformità con il programma della Presidente Lorenzetti che stabilisce, tra l’altro, di fornire servizi e opportunità ai cittadini delle zone marginali perché possano restarvi a lavorare e a vivere, la Regione Umbria sta approntando un piano di digitalizzazione alternativo a Telecom, che permetterà ai cittadini di scegliere, dovremmo pensare a prezzi competitivi, quella che sarà, si presume fra tre anni, l’offerta regionale di collegamento veloce anche per i piccoli comuni.

Nel vasto aere della comunicazione volteggia, a livello filosofico, la grande questione di globale e locale, di infinitamente fluido e indistinto e di radicamento identitario. Due le posizioni che emergono da qualche tempo: c'è chi pensa che le comunità virtuali e l'internazionalizzazione annulleranno le differenze del territorio e della vicinanza fisica; c'è chi al contrario sostiene che, nel mare indeterminato della comunicazione, la comunità fisica e il territorio diventeranno fondamentali per un radicamento. La posizione forse migliore, sia sul piano umano che nel business, sta forse nel mix di un'abile oscillazione tra i due poli: là dove tutti sembrano indistinguibili - sembrano, perché non è così - è nel locale che esistono identità uniche che danno valore all'essere identità in rete.