economia

Bernabè si fuma i tabacchi di Stato

giovedì 17 luglio 2003
Ammonetrebbe a circa 2, 325 miliardi di euro la cifra con la quale la cordata composta da British American Tobacco, Confcommercio e Franco Bernabè Group si è aggiudacata il cento per cento della proprietà dell'ex Enta nazionale tabacchi messo sul mercato dal Tesoro nel contesto di una totale privatizzazione.

British American Tobacco brinda quindi alla conquista dell'Eti, un boccone che la posiziona al secondo posto sul mercato italiano con una quota pari al 35%, e punta sui ''gioielli di famiglia'', sigaro toscano ed Ms, come ambasciatori del made in Italy del fumo sulle piazze estere. Francesco Valli, amministratore delegato di Bat Italia, fa il punto sulle strategie future.

''L'investimento - spiega - ha per noi una grande importanza perche' ci proietta in uno dei mercati piu' importanti al mondo per quanto riguarda il tabacco, il secondo in Europa, con prodotti che hanno grandi potenzialita' all'estero''.

Nelle intenzioni di Bat il margine di crescita dell'Eti si gioca sulle prospettive del sigaro toscano e delle Ms. ''Operiamo in 180 paesi nel mondo - ricorda Valli - e sia le Ms sia il toscano, pur con differenti caratteristiche, rappresentano il made in Italy per quanto riguarda il tabacco.

Con le nostre sinergie internazionali di distribuzione e di expertise - aggiunge - crediamo di avere ottime possibilita' di export. Sono due prodotti che hanno un buonissimo mercato in Italia, ma grandi potenzialita' di successo anche all'estero.

La strategia di Bat punta quindi alla valorizzazione dei marchi storici, ma nella linea della tradizione. ''Siamo la multinazionale al mondo che ha piu' marchi locali, ne abbiamo circa 300 - precisa Valli - viviamo del rispetto e dell'identita' dei marchi locali. Il nostro intervento non sara' quindi sulla sostanza, ma sull'efficienza, su elementi accessori.

Questo e' il nostro modo di procedere ed anche in Italia ci muoveremo su questa direttrice''. Oltre a spingere sull'export la strategia di Bat punta sulla componente commerciale, mentre non prevede interventi, anche per i vincoli imposti dalla regole della gara sulla rete distributiva (''E' nostra intenzione gestirla in maniera neutrale e continuare nell'opera di miglioramento logistico qualitativo e di efficienza che e' stato fatto negli ultimi due anni'').

''C'e' da lavorare sul packaging dei prodotti, sulla possibilita' di informare nel miglior modo possibile all'interno dei punti vendita i consumatori e sulla cura della distribuzione e della proposta di vendita. Su questo - precisa Valli - conta la nostra esperienza internazionale insieme a quello che e' stato fatto finora. Crediamo di poter fare molto sotto il profilo commerciale. C'e' poi molto da lavorare anche dal punto di vista della qualita'. Abbiamo 65 manifatture in giro per il mondo e le esperienze da noi maturate, insieme alla tradizione italiana di produzione di tabacco, credo possano dare buoni risultati''.

Nessun indicazione precisa, invece, sul volume preventivato di investimenti: ''stime precise numeriche non ci sentiamo ancora di farle. Entriamo in Italia con un grosso impegno perche' in questo paese il settore tabacco ha una dimensione notevole. E' normale che il nostro focus sugli investimenti sara' piuttosto significativo''.

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