economia

Il caso Petrella spacca la Cassa

mercoledì 17 luglio 2002
Se la decisione di "eliminare" Adriano Petrella dall'organigramma (o meglio dal vertice) dalla Cassa di Risparmio doveva essere assunta in estate magari per beneficiare di una certa distrazione, si puo' dire che il tentativo sia fallito. Mercoledi mattina infatti, tutti i componenti dell'Organo d'Indirizzo della Fondazione (l'ente detentore delle quote di minoranza) hanno sottoscritto un documento con cui si chiede alla Cassa di Firenze di mantenere Petrella al suo posto. L'unico ad aver votato contro sarebbe stato il rappresentante del Comune.

I componenti l'Organo di Indirizzo chiedono che venga rispettato il patto di sindacato, stipulato all'epoca dell'ingresso fiorentino secondo cui il direttore generale sarebbe rimasto al suo posto per cinque anni dopo la cessione delle quote. L'Organo di Indirizzo ha il potere di sfiduciare i membri del Consiglio d'amministrazione della Fondazione, ma la sostanza non cambia di molto. Se tutta la Fondazione (presidente Terracina compreso)dovesse difendere Petrella, rimarrebbe comunque l'orientamento contrario della Carifirenze che "controlla" la maggioranza del Cda della Cassa spa.

Quest'ultimo si riunisce oggi pomeriggio per prendere la difficile decisione sulla permanenza o sulla sostituzione di Petrella. Difficile ipotizzare un ripensamento dei toscani anche se le conseguenze del siluramento del direttore potrebbe essere pesanti e creare un frattura tra il socio di maggioranza che ha ormai deciso di imporre un suo uomo al vertice e quello di minoranza che si sta ìn larga misura ricredendo in merito alla disponibilità a lasciare briglia sciolta ai fiorentini.

I quali, comunque, restano i proprietari della Cro al 73,5 % e sono quelli che avranno sempre l'ultima parola.