economia
Sciopero all'Itelco. In vista una nuova cordata di soci.
sabato 16 febbraio 2002
Niente stipendio, lavoratori in sciopero all'Itelco. E
nel frattempo, tramontato definitivamente l'accordo con il gruppo
Bernabè, spunta all'orizzonte una trattativa con un nuovo partner.
Come annunciato la scorsa settimana dalle organizzazioni
sindacali, i dipendenti di Itelco e Nuova Meccanica sono tornati
ad incrociare le braccia. Lo hanno fatto soltanto l'altro ieri, per due
ore alla fine di ogni turno e con una massiccia adesione, dopo che
per tutta la settimana avevano atteso notizie confortanti dai
vertici societari. L'azienda si era infatti impegnata a pagare in
questi giorni la tredicesima e lo stipendio mensile di gennaio che
sono rimasti ancora insoluti ma all'ennesimo nulla di fatto è
scattato puntuale lo sciopero delle maestranze. In realtà la
convenzione firmata con le banche e scaduta lo scorso novembre
sarebbe stata rinnovata ma alcuni istituti di credito avrebbero
bloccato i fidi e, almeno per il momento, fermato l'erogazione del
finanziamento che ormai da tempo assicura la liquidità necessaria
all'Itelco per pagare dipendenti e fornitori. Difficile dire se
all'origine del "blocco" ci siano semplicemente dei motivi
tecnici, come accaduto in passato, o se le banche siano tornate
nuovamente a storcere la bocca e chiedere garanzie, come accaduto
in passato. Se non dovessero intervenire delle importanti novità
in questo week end lo sciopero è destinato comunque a riprendere
anche lunedì senza escludere che sindacati e Rsu possano ricorrere
a forme di protesta gradualmente sempre più incisive. Intanto è
ormai ufficialmente saltato l'accordo con il gruppo Bernabè ma
l'Itelco avrebbe nuovamente riavviato l'iter per arrivare
all'individuazione di un nuovo partner incaricando l'advisor di
carattere internazionale Efinbanca di ricercare il soggetto
giusto. Indiscrezioni vorrebbero che una trattativa con una
società del settore siano già state avviate anche se il riserbo è
assoluto. Chiedono di sapere di più però le organizzazioni
sindacali che non hanno accolto certo di buon grado la notizia
dell'allontanamento di Bernabè. "Un'occasione persa - commenta
Cipriano Crescioni della Fiom-Cgil - poichè è saltato il piano per
cui si era lavorato da un anno a questa parte. Ufficialmente
l'azienda ha contestato il piano industriale proposto da Bernabè
ma dietro ci sarebbero motivi di carattere economico. Ora abbiamo
chiesto alla proprietà di riattivare un tavolo con le istituzioni
per conoscere quali sono i termini del compito affidato ad
Efinbanca e quali i risultati già raggiunti. Ma l'azienda continua
a rinviare gli incontri e le decisioni e l'impressione è che la
situazione si stia aggravando come in passato. Non capiamo poi -
conclude - i segnali contraddittori che lancia l'azienda. Grande
ottimismo all'esterno, con nuove assunzioni e nuove commesse
miliardarie, pur sapendo dei problemi interni con dipendenti e
fornitori che non riesce ancora a risolvere".
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