cultura

Ampi sorsi di Caffeina, dove il grande teatro si dà a "La Pazza Gioia"

lunedì 21 ottobre 2019
di Davide Pompei
Ampi sorsi di Caffeina, dove il grande teatro si dà a "La Pazza Gioia"

Testi di Luigi Pirandello, Samuel Beckett, Henrik Ibsen, Gardner McKay. A metterli in scena, nomi d'impatto, in grado di portare a teatro anche chi, a teatro, solitamente non va. Sono veri e propri giganti della comicità, dell'emozione e della cultura quelli pronti a calpestare il palcoscenico al civico 9 di Via Cavour, che si conferma snodo naturale dei massimi circuiti teatrali. Dopo la presentazione tenutasi sabato 19 ottobre in Galleria, da martedì 22 ottobre sarà possibile acquistare, fisicamente al botteghino o via web, gli abbonamenti per la Stagione 2019/2020 del Teatro Caffeina di Viterbo.

Alzerà il sipario de "La Pazza Gioia" – sì, come il titolo del film di Paolo Virzì, che è anche il tema delle proposte in cartellone – sabato 23 novembre alle 21 Riccardo Rossi con l'irriverente spettacolo "W le Donne" in cui si palesa quanto teorizzato da Groucho Marx, ovvero che "gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta...". Venerdì 13 dicembre alle 21, invece, arrivano Giovanni Scifoni e il suo "Santo Piacere. Dio è contento quando godo" per "fare luce su una verità definitiva e catartica, dove l’anima possa ruzzolarsi sovrana nel sesso e il corpo finalmente abbracciare l’amore più puro, in grazia di Dio".

Sono "Giorni Felici", quelli di Samuel Beckett, che sabato 18 gennaio alle 21 chiamano a Viterbo Nicoletta Braschi ed Andrea Renzi, rispettivamente nei panni di Winnie, donna assoluta e minimale, in scena sepolta fino alla vita in un cumulo di sabbia, e il marito Willie, il marito. C'è "L'Uomo, la Bestia e la Virtù", il classico pirandelliano che nel 2019 festeggia i cento anni dal debutto, nel pomeriggio di domenica 2 febbraio alle 17.30. E ci sono Giorgio Colangeli, Pietro De Silva, Valentina Perrella, Cristina Todaro, Alessandro Giova, Diego RIfici, Alessandro Solombrino e Francesco Petit-Bon diretti da Giancarlo Nicoletti.

Una rilettura fortemente contemporanea e concreta dell’universo pirandelliano, la loro, fuori dal "pirandellismo" di maniera, nel tentativo di riportare la poetica dell’autore Premio Nobel a un universo essenziale, umano, comico e tragico al tempo stesso. E nuovamente attuale. Doppio appuntamento, sabato 15 febbraio alle 21 e domenica 16 febbraio alle 17.30 con il debutto nazionale di "Spettri, un dramma familiare" di Henrik Ibsen, nella traduzione di Franco Perrelli, con Micaela Esdra, Igor Mattei, Fabrizio Amicucci e Dalila Reas.

L’Associazione Culturale "Gianni Santuccio" proporrà, in maniera del tutto autonoma, una versione originale del grande testo, proseguendo il progetto sulla drammaturgia nordica e inaugurando il ciclo delle residenzialità teatrali. Sabato 29 febbraio, alle 21, invece, Francesco Montanari e Andrea Delogu portano in scena "Il Giocattolaio" – così è soprannominato il serial killer che seduce e lobotomizza con estrema destrezza le donne sul suo cammino, abbandonandole poi a un destino atroce – per la regia di Lorenzo Gioielli.

"Persone Naturali e Strafottenti", domenica 8 marzo alle 17.30 con Marisa Laurito, Giovanni Anzaldo, Filippo Gili e Federico Lima Roque che si cimentano in una "tragicommedia dal sapore post-eduardiano e pre-ruccelliano, col respiro di un periodare socio-poetico, che fra cinismi, grettezze e turpiloqui ci restituisce uno squarcio di vita di una generazione senza futuro". Con Elisabetta Pozzi attinge ai miti del passato, "Cassandra o del tempo divorato", sabato 21 marzo alle 21. Alla stessa ora, mercoledì 15 aprile, chiude "Filò Filò", di e con Marco Paolini.

Fuori stagione, anche "Ball Fiction", la nuova prova teatrale di Marco Travaglio, sabato 16 novembre alle 21. "Il nostro progetto – ha sottolineato Annalisa Canfora, direttrice artistica della Stagione Teatrale e attrice in forza al Teatro Brancaccio di Roma – è prima di tutto una visione. La visione pazza, in tempi di crisi dei teatri, di un luogo di spettacoli vivi, gioiosi, capaci di creare nuove comunità di visione e azione teatrale. Nasce così, una stagione visionaria, allegra, estremamente vitale. Grandi autori, riscritture, tanta ironia e grottesco, drammaturgia contemporanea, il teatro di narrazione, la grande regia".

"È questo che immaginavo – ha dichiarato Carlo Rovelli, presidente della Fondazione Caffeina Cultura – quando ho scelto di sostenere la rinascita dello stabile di Via Cavour, per me un luogo del cuore, perché io sono prima di tutto uno dei tanti ragazzi che al Pidocchietto viterbese degli anni d’oro era di casa, ogni settimana, ogni giorno. Non sopportavo di vederlo nello stato diroccato in cui l’ho ritrovato decenni dopo. Oggi sono felice che sia di nuovo un luogo di gioia, di passione e di cultura. Per questa stagione teatrale sarò prima di tutto un affezionato spettatore, pazzo e gioioso".

Per ulteriori informazioni:
366.7187564