cultura

Dopo l'Annunciazione, tornano in Duomo anche le statue di Apostoli e Santi

lunedì 14 ottobre 2019
di Davide Pompei
Dopo l'Annunciazione, tornano in Duomo anche le statue di Apostoli e Santi

Non è passato inosservato, e difficilmente avrebbe potuto esserlo, il trasporto speciale che nella mattinata di lunedì 14 ottobre ha visto giungere in Piazza Duomo i primi due basamenti in marmo, collocati nel cantiere allestito nei locali dell'ex Caserma Piave, sui quali sarà presto posizionato il ciclo scultoreo degli Apostoli e dei Santi Protettori della città. Lasciando così l'ex Chiesa di Sant'Agostino, sede distaccata del Museo dell'Opera del Duomo, alla volta di quel gioiello gotico, simbolo della città nel mondo, che nel 1897 "interventi ideologici di matrice purista" ripulirono di tutto l'apparato iconografico apportato dal Manierismo.

Dopo la statua dell'Angelo annunciante, realizzata tra il 1603 e il 1605, e quella della Vergine, sottratta all'originario blocco di marmo tra il 1608 e il 1610 – entrambe opera di Francesco Mochi, esposte fino al 1989 a Palazzo Soliano e, per lunghissimo tempo, nei magazzini prima di essere rimostrate al pubblico nel 2006 – ufficialmente tornate ai lati dell'altare centrale da lunedì 25 marzo, si avvicina, dunque, anche il momento dell'annunciata ricollocazione delle statue dell'Apostolato e dei Santi. Troveranno posto all'interno della Cattedrale, ai piedi delle colonne cilindriche che presentano le iconiche fasce alternate di travertino e basalto.

Le dodici statue monumentali degli Apostoli insieme a quelle dei quattro Santi Protettori – ovvero San Sebastiano (1554-1557), San Rocco (1593), San Costanzo (1598) e San Brizio (1601) – realizzate da vari artisti tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVIII, la cui presenza costituisce un chiaro richiamo all'Ecumenismo, poggeranno sui basamenti originali restaurati su incarico dell'Opera del Duomo. Atteso e più volte dato per imminente, il progetto di riposizionamento delle statue è interamente coordinato dall'Opera del Duomo, presieduta da Gianfelice Bellesini, già prefetto di Terni.

La Fabbriceria che, da statuto, si occupa della tutela, promozione e valorizzazione della cattedrale, ha messo in sinergia l'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, Soprintendenza all’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio dell’Umbria, affiancate dall'Enea per gli aspetti scientifici e di innovazione nella prevenzione del rischio sismico. Mentre il Comune di Orvieto collabora per il supporto logistico, totale è la condivisione da parte della Diocesi di Orvieto-Todi e il Capitolo della Cattedrale. Determinanti, l’approvazione e il personale sostegno all'operazione da parte del vescovo, Benedetto Tuzia.

Nella giornata di mercoledì 13 novembre, data che ricorda la dedicazione della Cattedrale, si svolgerà in Duomo una cerimonia che vedrà anche la partecipazione del professor Antonio Paolucci, già ministro per i beni culturali (1995-1996) e direttore generale dei Musei Vaticani (2007-2016), personalità che tanto si è spesa per perorare il ritorno delle statue in Duomo. "Nelle prossime settimane – anticipano dall'Ente – verrà fornita idonea informazione sull’avanzamento dei lavori e sul programma della cerimonia, che aprirà una serie di iniziative di celebrazione dell’evento che giungeranno fino al giorno del Corpus Domini del 2020".

Fin da ora l'Opsm desidera ringraziare il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo che, attraverso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, e l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, già Istituto Centrale per il Restauro, ha seguito la progettazione e l’avanzamento dei lavori, come pure l'Enea, per l’alta consulenza che ha voluto assicurare, e ancora il Comune di Orvieto per la fattiva collaborazione, monsignor Benedetto Tuzia, e il Capitolo della Cattedrale che hanno voluto con decisione che si sanasse quella "ferita che era stata apportata al patrimonio storico-artistico del Duomo con la rimozione delle statue".

"Una bellissima notizia, attesa da tempo – ha commentato il sindaco, Roberta Tardaniche valorizza ulteriormente la nostra meravigliosa Cattedrale e che arricchirà l'esperienza di visitatori e turisti che avranno un motivo in più per scegliere la nostra città. Il Comune intende collaborare con l'Opera del Duomo, il Capitolo della Cattedrale e la Diocesi di Orvieto-Todi affinché questo evento possa avere la cornice che merita". Dopo 120 anni, a "tornare a casa" saranno le statue di Pietro (post 1557) e Paolo (1556), le prime due ad essere state scolpite e poste in corrispondenza della prima coppia di pilastri della navata centrale.

E poi quella di Tommaso, collocata in duomo nel 1587, "in piede alla colonna terzo a man man dritta verso l'altare grande", Giovanni e Andrea di Ippolito Scalza, Giacomo Maggiore di Giovan Battista Caccini e Matteo, scolpita su modello del Giambologna dal collaboratore Pietro Francavilla, Filippo e Taddeo, eseguiti da Francesco Mochi – è con lui, all'inizio del XVII secolo, che la fabbrica orvietana si apre al rinnovamento – Bartolomeo da Ippolito Buzi, Giacomo Minore e Simone da Bernardino Cametti. Gradualmente, ma senza soluzione di continuità per completare la teoria degli Apostoli nel 1722.

Per ulteriori informazioni:
www.opsm.it