cultura

La tradizione di Sant'Isidoro tra esteriorità e preghiera  

domenica 19 maggio 2019
di Antonio Ruina
La tradizione di Sant'Isidoro tra esteriorità e preghiera  

Anche quest'anno, ad Allerona, si è svolta la festa di Sant'Isidoro che, purtroppo, a causa della pioggia non ha visto lo svolgimento della processione storica. Tuttavia, è stato un ulteriore momento di riflessione per la comunità alleronese. Giovani e anziani si sono comunque prodigati per la buona riuscita dell'evento con i caratteristici pugnaloni.

Sant'Isidoro resta una figura che incuriosisce i più. Come si ricorderà “in tempo di mietitura, il grano da lui raccolto veniva prodigiosamente moltiplicato e mentre lui pregava in ginocchio, gli angeli lavoravano al suo posto con l'aratro e con i suoi buoi. Così, Isidoro, da bracciante malvisto diventa l'uomo di fiducia del padrone, porta a casa più di quanto gli spetta e il surplus lo divide tra i poveri”.

È, da questo noto aspetto che il parroco di Allerona scalo, don Eugenio Campini, ha preso le mosse per la sua omelia, tracciando le differenze tra “amore reciproco” e la “gratuità dell'amore”. Due aspetti che, oggi vengono erroneamente sovrapposti. Infatti, ha chiosato don Eugenio Campini, l'amore del cristiano non deve cercare “la reciprocità quanto quella gratuità che scaturisce da una preghiera che sfama e può sfamare l'altro”.

Effettivamente, tutte le tradizioni “perderebbero forza se non attingono da una fede che innanzi ai turbamenti sia capace di trovare stabilità nella preghiera”. Un invito, quello di don Eugenio Campini, a non far prevalere l'esteriorità delle fondamentali tradizioni popolari su ciò che le fonda: la devozione che è preghiera. Nonostante il mal tempo sant'Isidoro lascia spazio per riflettere sull'incontro tra ciò che può sembrare solamente estetica quando invece si fonda su un'autentica spiritualità quella che dobbiamo continuare a coltivare.